Enrico Mattei è uno dei personaggi simbolo dell’Italia del dopoguerra, che nacque il 29 aprile del 1906 ad Acqualagna, un piccolo paese della provincia di Pesaro. Inizia presto a lavorare nei laboratori chimici di una piccola conceria, ma la crisi del ’29 lo porta a trasferirsi a Milano. Ed e’ all’ombra della dinamica capitale del Nord che Mattei si forma sul piano umano e lavorativo, iniziando a maturare la visione internazionale che caratterizzera’ la sua carriera. Diviene agente di commercio alla Max Meyer grazie alla quale mette a punto processi innovativi per le armi delle forze armate italiane. Alla fine della guerra, Mattei viene scelto per un altro incarico: tre giorni dopo la liberazione, il 28 aprile 1945, Cesare Merzagora gli affida il compito di liquidare le attivita’ dell’Agip, l’Azienda Generale Italiana Petroli, creata dal fascismo nel 1926, e alimentata sull’onda della febbre autarchica degli anni ’30, per esplorare e sfruttare le fonti energetiche della Pianura Padana. Nel 1949 viene scoperto a Cortemaggiore un giacimento di petrolio. Il giacimento è una piccola riserva insufficiente, ma aiuta ad alimentare la fama di Mattei. Le azioni dell’Agip schizzano, la scoperta del petrolio diventa quasi simbolo di riscatto e orienta decisamente il discorso pubblico tra fautori dell’iniziativa privata e sostenitori di una forte presenza dello Stato nell’economia a favore di questi ultimi. Prende corpo l’idea di creare una super struttura con il compito di coordinare tutte le politiche energetiche del Paese. Negli anni successivi arrivano gli accordi con l’Iran e con la Libia, nel dicembre del 1958 Mattei vola a Mosca e Pechino. Si inaugura la stagione della politica estera dell’Eni e del suo numero uno. Il ‘Cane a sei zampe’ e’ ormai un player globale, non solo economico, ma anche ‘diplomatico’, ma la dinamicita’ del suo presidente suscita la diffidenza della politica nazionale che prepara la svolta del centrosinistra, e soprattutto degli Stati Uniti che guardano con sospetto se non con aperta ostilita’ alle aperture trasversali di Mattei. L’epopea di uno di principali protagonisti della storia economica e politica del Novecento italiano si chiude in una notte di pioggia nell’autunno del 1962.