Era l’11 aprile del 1986 quando la Cometa di Halley passò a 63 milioni di chilometri dalla Terra, una distanza considerata astronomicamente molto vicina al nostro Pianeta. Il nome ufficiale della cometa è 1P/Halley, ed è la più famosa e brillante delle comete periodiche provenienti dalla Fascia di Kuiper, che passano nelle regioni interne del sistema solare ad intervalli di decine di anni, a differenza dei periodi millenari che intercorrono tra un passaggio e l’altro delle comete provenienti dalla Nube di Oort. Il nome deriva da Edmond Halley, che per primo ne predisse il ritorno al perielio.
La cometa di Halley è il prototipo di comete caratterizzate da periodi orbitali compresi tra i 20 ed i 200 anni ed orbite che possono presentare inclinazioni elevate rispetto al piano dell’eclittica. Uno dei primi riferimenti storici è probabilmente identificabile nel testo ebraico Talmud, dove si è afferma che “esiste una stella che appare una volta ogni settanta anni, e rende confusa la volta celeste inducendo in errore i capitani delle navi”.
Il passaggio del 1986 è stato il meno favorevole della storia, da un punto di vista dele osservazioni: la cometa non ha raggiunto la luminosità degli incontri precedenti, e, con l’aumento dell’inquinamento luminoso dovuto all’urbanizzazione, molte persone non l’hanno vista. In ogni caso, grazie allo sviluppo del viaggio spaziale, gli scienziati hanno avuto modo di studiare una cometa da vicino, e molte sonde furono lanciate proprio a questo scopo. La più spettacolare è stata la sonda Giotto, lanciata dall’Agenzia Spaziale Europea, che è passata vicino al nucleo della cometa. Altre sonde sono state Vega 1 e Vega 2 dell’Unione Sovietica, le due sonde giapponesi, Suisei e Sakigake e la sonda statunitense ICE. Perché la cometa di Halley torni così vicina al nostro Pianeta bisognerà attendere il 2062.