La notte tra il 5 ed il 6 Aprile 2009 sarà difficile da dimenticare per chi l’ha vissuta in prima persona, ma anche per chi ha visto su giornali e tv le immagini di distruzione, devastazione e morte che furono trasmesse per settimane, a testimonianza delle terribile tragedia avvenuta in Abruzzo. Erano le 3:32 quando una scossa di magnitudo 5.8 della scala Richter distrusse in pochi minuti gran parte del centro storico di l’Aquila e di molti paesi limitrofi. Il bilancio fu pesantissimo: più di 300 vittime e 1600 feriti, tra cui decine di migliaia di evacuati. Tra i paesi più colpiti c’è Onna, rasa completamente al suolo, che diverrà il triste simbolo della tragedia. La macchina dei soccorsi si attiva immediatamente, e l’aquilano si riempie di volontari che giungono da ogni parte d’Italia. Tante le persone che vigili del fuoco e protezione civile riescono a estrarre vive dalle macerie: Marta Valente, 24 anni di Bisenti, studentessa di Medicina, viene salvata dopo 23 ore; Eleonora Calesini, 21 anni, di Mondaino, dopo 42 ore, Maria D’Antuono, 98 anni, di Tempera, viene trovata viva dopo 30 ore, e racconterà di averle trascorso lavorando all’uncinetto. I feriti vengono ricoverati negli ospedali di Avezzano, Pescara, Chieti, Ancona, Roma, Rieti, Foligno e Terni.
Tra le vittime del sisma alcuni nomi noti: Lorenzo Sebastiani, giovane rugbysta dell’Aquila Rugby, Lorenzo Cini, pallavolista in serie B, Giuseppe Chiavaroli, calciatore di eccellenza, quasi l’intera famiglia del capo della redazione dell’Aquila del quotidiano ‘il Centro’, Giustino Parisse, che, nel crollo della casa di famiglia, proprio a Onna, perde i due figli, Domenico e Maria Paola, e il padre. Nei successivi mesi il terrotorio continua a tremare con oltre 35 mila scosse. Ad una città devastata si aggiunge il costante terrore di un nuovo sisma ed il ricordo di quella tragica notte.
Ecco una cronologia di quella prima tragica settimana. 6 APRILE: Sono le 3,32 quando una scossa di magnitudo 5.8 della scala Richter devasta l’Aquila e molti dei paesi vicini. Il sisma viene avvertito in tutto il Centro Italia, fino a Napoli. Onna e’ il paese piu colpito: il 70% dell’abitato viene distrutto dalla violenza del terremoto. Immediatamente scattano soccorsi e solidarieta’ da tutta Italia. Sul posto anche il premier Silvio Berlusconi. Il governo, in una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri, approva lo stato di emergenza, conferisce i poteri di attuazione degli interventi d’emergenza al Commissario delegato Guido Bertolaso e stanzia 30 milioni di fondi per i primi giorni. Alla fine della giornata si stimano 150 morti, 1.500 feriti e 70mila sfollati. Ma il bilancio e’ destinato a crescere. Sono 100 invece le persone estratte vive grazie all’opera delle squadre di soccorso dei Vigili del fuoco.
7 APRILE: Alle 2 del mattino un applauso liberatorio saluta il salvataggio di Marta, 24 anni, rimasta per piu’ di 23 ore prigioniera tra le macerie. Vengono trovati morti gli ultimi quattro ragazzi sepolti nella Casa dello Studente. In salvo anche una donna di 98 anni, che era gia’ scampata al terremoto della Marsica nel 1915. I numeri sulle vittime del sisma sono discordanti. La Protezione civile parla di 207 morti, il 118 dell’Aquila di 211 mentre altre fonti aggiornano il bilancio a 228. Alle 19.42 un’altra forte scossa di magnitudo 5,3 della scala Richter provoca una vittima a Santa Rufina di Roio, piccola frazione dell’Aquila, e il crollo della Basilica di piazza Duomo. In nottata una ragazza viene estratta viva dopo 42 ore sotto le macerie. E’ Eleonora Calesini, 21 anni.
8 APRILE: Si scavera’ fino a Pasqua, mentre i funerali sono annunciati per il 10 aprile alle 11. Berlusconi annuncia che sara’ introdotto il reato di sciacallaggio. Il Vaticano lancia un appello a tutti i laboratori di restauro d’Italia affinche’ adottino un’opera d’arte ”mobile”, cioe’ trasportabile, rimasta danneggiata nel sisma.
9 APRILE: Si aggrava il bilancio delle vittime, che salgono a 281, venti delle quali hanno meno di 16 anni, mentre una nuova scossa di 3,6 gradi di magnitudo nella Scala Richter colpisce la zona. Napolitano, in visita all’Aquila, invita a un ”esame di coscienza collettivo sulle responsabilita’” e Berlusconi annuncia altri 70 milioni alla Protezione civile e 600 agenti contro lo sciacallaggio.
10 APRILE: Il cardinale Tarcisio Bertone celebra con il vescovo dell’Aquila i funerali di Stato. Le bare allineate sul piazzale della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito sono 205. Presenti tutte le massime autorita’. Il bilancio sale a 289 vittime, delle quali 20 bambini, mentre non si ferma lo sciame sismico. Berlusconi assicura: “Non faremo baraccopoli”.
11 APRILE: Sale a 293 il bilancio delle vittime, mentre tutti i dispersi segnalati sono stati trovati, vivi o morti. Si smette di scavare. 12 APRILE: La messa di Pasqua viene celebrata nelle tendopoli d’Abruzzo. All’Aquila sono presenti sia il presidente della Camera Gianfranco Fini sia il premier Silvio Berlusconi che assicura agli sfollati: ”Presto sarete fuori dalle tende”. Intanto, dopo la morte di uno dei feriti ricoverati all’ospedale di Teramo, il bilancio delle vittime sale a 294. Berlusconi annuncia inoltre che riunira’ il primo Consiglio dei Ministri all’Aquila ”che avra’ come attivita’ centrale il decreto Abruzzo”, ipotizzando come data i primi giorni della settimana dal 20 aprile in poi. 13 APRILE: Scattano le prime verifiche sugli immobili: il 30% degli edifici risulta inagibile, il 50% agibile e il 20% agibile con interventi. Ma, a una settimana dal terremoto che ha messo in ginocchio l’Abruzzo, l’emergenza si chiama freddo. Per i giorni successivi si attendono temperature fino a 3 gradi, mentre pioggia e vento forte aumentano l’emergenza per il soccorso agli sfollati. La Protezione civile accelera il completamento delle strutture e la consegna di stufe negli oltre 100 campi di accoglienza disseminati tra L’Aquila e la provincia.