“Non è un caso” che i broccoli dalla Cina siano il prodotto alimentare meno sicuro, con la quasi totalità (92%) dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici. “Insieme al prezzemolo del Vietnam (78% di irregolarità) e al basilico dall’India (fuori norma in 6 casi su 10) sono nella ‘Black list dei cibi più contaminati’ di Coldiretti, proprio perché le analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) hanno messo in luce la presenza di queste sostanze”, afferma il nutrizionista Giorgio Calabrese. “Il messaggio – sintetizza – è duplice: il made in Italy è sicuro, grazie ad attente verifiche e all’autocontrollo dei produttori. Gli ottimi Nas e l’Efsa devono però aumentare i controlli sui prodotti che arrivano dall’estero, specie da alcuni Paesi, che si sono rivelati troppo spesso contaminati da sostanze pericolose“. Micotossine, additivi, pesticidi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, che “presentano rischi per i consumatori, dai tumori alle malattie renali ed epatiche. Ecco perché è bene fare informazione, insegnare a leggere le etichette e a scegliere bene gli alimenti – continua l’esperto – E non mi preoccupa la grande distribuzione, in cui le verifiche i controlli sono ormai standardizzati, quanto i negozi etnici e i mercatini“. Se il made in Italy è copiato nel mondo “per la qualità e la sicurezza, di fronte a questi prodotti da black list che arrivano dall’estero non ci resta che indagare bene sulla provenienza dei cibi”, osserva Calabrese. Una spesa attenta e responsabile, che però non basta. “Efsa e Nas fanno importanti controlli, che andrebbero ancora rafforzati nei punti in cui questi alimenti entrano in Italia. Altrimenti saremo doppiamente beffati, dal falso ‘made in Italy’ e dai cibi contaminati“, conclude.