Ostruzione nasale (naso chiuso), secrezione e scolo nasale (rinorrea), starnuti spesso ripetuti, più numerosi nei giorni di fioritura e soprattutto mattutini, che possono presentarsi in tutte le condizioni il cui il paziente allergico viene a contatto con i pollini (es. gita in campagna, passeggiate nei parchi ecc.). Ed ancora: congiuntivite con lacrimazione, bruciore agli occhi, arrossamento della mucosa congiuntivale, prurito agli occhi; prurito molto intenso al cavo orale (nella bocca), nelle orecchie e in tutto il naso…. sono questi i sintomi lamentati da chi soffre di allergie ai pollini, che arriva, puntuale, come sempre, nella stagione primaverile e tra i pollini che causano maggiori problemi:
Graminacee, tarassaco,nocciolo, pioppo e salice, betulla, olmo, quercia e faggio, ortica.L’organismo a contatto con determinate sostanze, allergeni, presenti nell’ambiente e normalmente innocue, può sviluppare una risposta immunitaria e dare origine a reazioni di ipersensibilità, attraverso una iperproduzione di anticorpi, Immunoglobuline E (IgE), con manifestazioni diverse a seconda della via d’ingresso. Queste reazioni si verificano soprattutto in individui geneticamente predisposti, cosiddetti atopici, nei quali gioca un ruolo determinante la componente ereditaria: ad esempio, i figli di entrambi i genitori allergici hanno l’80% di probabilità di sviluppare allergie; rischio ridotto al 40% se solo uno dei genitori ne è affetto.
Alla componente genetica si aggiungono i fattori ambientali affinché l’individuo atopico possa diventare allergico; questi fattori vengono introdotti con la respirazione (muffe, acari, peli di animali) ma nel caso delle allergie stagionali le cause principali sono i pollini, piccole particelle la cui funzione sarebbe quella di fecondare le piante; in particolare è l’impollinazione anemofila dovuta al vento ad essere la responsabile delle allergie.Per identificare con sicurezza quale sia il polline o i pollini responsabili di una certa allergia, è opportuno guardare attentamente alla storia clinica dei disturbi accusati dal soggetto, per poi praticare un test specifico, il Prick test, che consiste nel procurare delle leggere abrasioni in diversi punti del braccio, applicando una goccia di soluzione acquosa contenente diverse sostanze o allergeni. Se si è allergici a qualcuna di essa, nell’arco di un quarto d’ora si creerà il tipico arrossamento della reazione allergica; ma si può anche ricorrere ad esami del sangue per confermare la diagnosi di allergia respiratoria (dosaggio delle lgE specifiche).
In particolari casi di allergia è possibile tentare il processo di desensibilizzazione, una terapia che consiste nel fornire al soggetto allergico l’allergene responsabile in dosi gradualmente crescenti allo scopo di favorire la formazione di immunoglobuline G che blocchino l’antigene prima che questo aderisca alle immunoglobuline E. Un certo aiuto arriva anche dai farmaci. Fra quelli principalmente utilizzati si ricordano gli antistaminici, decongestionanti, gli inibitori dei leucotrieni, il sodio nedocromile. In casi particolari il medico potrebbe anche prescrivere la somministrazione di corticosteroidi per via nasale.
Per prevenire l’allergia ai pollini occorre: evitare di uscire durante le giornate secche e ventose, quando è più alta la concentrazione di pollini; evitare l’aerazione degli ambienti durante le ore più calde della giornata ed eventualmente usare condizionatori d’aria; fare la doccia e lavare i capelli quotidianamente. I granuli pollinici spesso rimangono intrappolati tra i capelli e la notte possono depositarsi sul cuscino, venendo così inalati; di uscire subito dopo un temporale: l’acqua rompe i granuli pollinici in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente le vie aeree e in maggiore profondità;tenere sempre sott’occhio il calendario dei pollini; usare appropriate mascherine durante i lavori all’aperto; evitare i viaggi in macchina od in treno con i finestrini aperti.
Quando possibile è preferibile viaggiare in autoveicoli con aria condizionata e filtri di aerazione anti-polline da pulire spesso; indossare un nuovo paio di scarpe quando si rientra a casa, e riporre le altre in un armadio in modo che non trasportino in giro le particelle allergizzanti; lavare spesso i pavimenti; ma attenzione all’utilizzo dell’aspirapolvere che può sollevare le particelle allergizzanti. Attenzione a tappeti, moquette, tappezzerie e tendaggi dato che sono arredamenti rischiosi per gli allergici in cui si depositano pollini e polveri difficili da rimuovere. Esistono diversi alimenti che contengono gli allergeni presenti in alcune piante e il loro consumo potrebbe aumentare in modo considerevole i disagi tipici delle condizioni allergiche per cui è opportuno prestare attenzione a ciò che si mangia se si è soggetti allergici.