Ambiente: così lana e sughero diventano prodotti “mangia-petrolio”

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Gli idrocarburi petrolchimici sversati a mare durante le attività operative giornaliere di navigazione (trasporto, turismo, pesca) causano il 25% dell’inquinamento marittimo totale. Una problematica ambientale invisibile e trascurata, sebbene sia ben 3 volte superiore all’inquinamento (8%) causato dagli sversamenti da incidenti di navi, petroliere, piattaforme. Il futuro della tutela dei nostri mari da questo tipo di inquinamento? Un ritorno alla natura. La risposta arriva da un progetto che sposa al meglio l’idea di economia circolare, a km zero e davvero ‘green’, che valorizza gli scarti e le imprese locali, mettendo in rete filiere di produttori. Il risultato: veri e propri prodotti ”mangia-petrolio” realizzati con materie 100% rinnovabili e che rispettano l’ambiente. Sono i disinquinanti Salvamare Geolana SeaCleanup della linea LaNaturale Salute del Mare.

Prodotti ‘mangia petrolio’ che nascono grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, in particolare con i dipartimenti Scienze Biomediche e di Ingegneria Sanitaria. Prodotti ”totalmente realizzati con materie prime rinnovabili eccedenti, che non comportano l’uso di derivati petrolchimici né di materie coltivate. Non sottraggono acqua, né cibo, né agricoltura”. Quali sono dunque queste materie? ”Utilizziamo principalmente geotessili realizzati in pura lana vergine di pecora sarda e sugherone, un sughero che non viene utilizzato in edilizia o per l’imbottigliamento del vino in quanto poco stabile – spiega all’Adnkronos l’imprendistrice sarda Daniela DucatoUn’eccedenza naturale che per noi diventa materia prima grazie alla sinergia con l’Ente Foreste della Sardegna”. Il sugherone, detto anche sughero maschio, rappresenta il primo taglio di corteccia della quercia, quindi non è utilizzabile nei tradizionali settori d’impiego. Unendo sugherone e lana ”siamo riusciti a ottenere dei prodotti chehanno la caratteristica di assorbire gli idrocarburi petrolchimici e di biodegradarli, metabolizzano quindi questi inquinanti che troviamo in mare”.

LaPresse/XinHua
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Prodotti dallo straordinario potere assorbente e di biodegradazione: 1 kg di prodotto riesce ad assorbire dagli 8 ai 14 kg di idrocarburi petrolchimici; in un mese, questi prodotti ‘magia-petrolio’ riescono a biodegradare oltre i due terzi dell’inquinante assorbito. Come? Geolana immagazzina gli inquinanti e allo stesso tempo offre una ‘casa’ ai microrganismi denitrificanti e mangiatori di petrolio che naturalmente vivono e sono presenti in mare. L’acqua riattiva il metabolismo di questi batteri utili non patogeni che in perfetta armonia con la flora autoctona svolgono la loro azione di nutrirsi di idrocarburi, petrolchimici e composti azotati rilasciando l’acqua pulita. Altra novità: si possono riutilizzare, basta strizzarli, al contrario dei prodotti sul mercato che sono usa e getta. Tutto questo succede in Sardegna, ”isola di innovazione”, la definisce la Ducato ”grazie alla sinergia che c’è all’interno del team Edizero – Architettura di Pace, un progetto il cui obiettivo è di non usare neanche una sola goccia di petrolio nei nostri prodotti per l’edilizia, l’agricoltura e la geotecnica.

Un modo di produrre carbon free che non annovera tra i suoi ingredienti nessun derivato petrolchimico. Un modo di produrre nel rispetto delle persone, degli equilibri e della biodiversità”, conclude l’imprenditrice. Destinatari di questi prodotti sono quei porti che puntano a una gestione sostenibile, quindi porticcioli turistici, aree di pesca, siti industriali. Tutte quelle zone sotto costa dove può prodursi un inquinamento da sversamento operativo delle imbarcazioni, che siano turistiche, di pesca o di trasporto.

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