Ecco i brillanti crateri di Cerere nelle nuove immagini della sonda NASA Dawn. Ad appena un’altitudine di 385 chilometri la sonda statunitense con a bordo lo strumento italiano VIR, frutto della collaborazione tra ASI e INAF, ha scattato nuove immagini dei crateri luminosi dell’asteroide fornendo una nuova spettacolare vista ai ricercatori del team.
Il Cratere Haulani, del diametro di 34 chilometri, mostra con evidenza segni di frane dai bordi del cratere, mentre il terreno appare liscio con una increspatura al centro. L’uso dei falsi colori ha permesso agli scienziati di analizzare i materiali che lo compongono e metterli in relazione alla composizione morfologica.
La parte bluastra risulta essere frutto di un’espulsione di materiali, dovuta ad impatti, avvenuta durante le prime fasi di formazione dell’asteroide, spiega l’ASI. Haulani, infatti, mostrerebbe perfettamente le proprietà che ci si aspetterebbe da un impatto sulla superficie di Cerere un terreno “malleabile”. Infatti il fondo del cratere è in gran parte privo di effetti, e c’è un forte contrasto di colore con le parti più vecchie della superficie. Inoltre la natura poligonale del cratere è degna di nota perché la maggior parte dei crateri visti su altri corpi planetari, inclusa la Terra, sono tendenzialmente circolari. I bordi diritti di alcuni crateri di Cerere indicano che sono frutto di stress pre-esistenti e difetti sotto la superficie.
Altro elemento di grande interesse è il Cratere Oxo, ampio 10 chilometri. La sua peculiarità, oltre la luminosità che lo rende il secondo più brillante dopo Occator, è il fatto che una parte di materiale è sceso al di sotto della superficie. Non solo, le firme dei minerai sul fondo del cratere appaiono diverse che altrove su Cerere e questo è oggetto di interesse da parte dei ricercatori.