E’ di 13,5 miliardi di euro il saldo attivo della bilancia del turismo in Italia, per il 2015, nel rapporto tra le spese degli stranieri in Italia e i consumi dei turisti italiani all’estero. Il dato emerge dalla Conferenza ‘L’Italia e il turismo internazionale. Risultati e tendenze per incoming e outgoing’, organizzata da Ciset-Università Ca’ Foscari di Venezia in collaborazione con Banca d’Italia. I turisti internazionali tra gennaio e dicembre 2015 hanno speso in Italia 35.556 milioni di euro (+3,8%, rispetto al 2014, quando la crescita era stata del 3,6%), mentre i consumi degli italiani in visita a Paesi esteri sono stati pari a 22.012 (+299 milioni, pari a +1,4%).
Il saldo netto della bilancia dei pagamenti turistica in Italia rimane così positivo e pari a 13.544 milioni (+1.017 milioni, pari ad un +8,1%, rispetto al 2014). Nella relazione d’apertura, Simonetta Zappa, di Banca d’Italia ha illustrato le tendenze generali delle spese da turismo internazionale e rilevato che Roma si conferma la provincia con il maggior afflusso di entrate valutarie dall’estero (6.191 mln, +3,6%). Sul piano percentuale, la migliore performance è quella di Napoli: +17,9%, per una spesa complessiva di 1.376 milioni. Quanto ai Paesi d’origine, aumentano gli introiti sia dai Paesi dell’Ue (+5,2%) che da quelli extra Ue (+2%), con la Germania (+6,6% rispetto al 2014) che si conferma primo Paese per entrate da turismo in Italia (15% del totale), con un significativo aumento di introiti dai turisti del Regno Unito (+13,3%) e della Francia (+10,3%). Tra gli extraeuropei, +6,1% per gli Stati Uniti. Pur crescendo, la spesa dei turisti italiani all’estero resta invece inferiore ai livelli pre-crisi.
La destinazione che ha fatto segnare la maggior crescita è il Regno Unito (+11,2%), mentre calano Germania (-3,8%), Cina (-3,1%) e Svizzera (-2,5%). Riguardo al peso dell’economia turistica, i dati presentati da Mara Manente, del Ciset, mostrano una significativa tenuta del turismo internazionale, che si è tradotta in 37,6 miliardi di valore aggiunto, con un incremento di ricchezza pari a circa il 2,4% reale, contro un aumento del pil italiano dello 0,6%. La ricchezza generata dal turismo rimane polarizzata nelle prime cinque regioni turistiche (Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna), che concentrano il 67,5% della spesa e il 63% del valore aggiunto turistico. Si rafforzano comunque le quote di spesa e di ricchezza prodotta dal turismo nelle regioni del sud (+14,4% e +18,4%). Tra i settori, il turismo culturale tradizionale resta al primo posto (fatturato pari a 12,9 miliardi di euro, con un +2,6% sia per la spesa che per le notti), con la conferma dei trend positivi del turismo balneare (+7%) e della vacanza al lago (+2,4% del fatturato) e il vero e proprio boom della vacanza verde e attiva (+13%, con una spesa che supera i 1,6 miliardi di euro). Meno dinamico (-1,3%) il turismo montano. Tra i bacini di origine, buone performance dei tradizionali Paesi europei (in particolare della Francia: +18,6%) e del mercato Usa (+13% della spesa, pari a oltre tre miliardi di euro), con il Giappone che ha fatto registrare la spesa media pro capite più alta: 190 euro giornalieri. In calo, invece, la spesa turistica dei Paesi Bric (-27%).