A 30 anni di distanza il disastro nucleare di Chernobyl continua a scuotere le coscienze e a suscitare indignazione, ma soprattutto una solidarietà profonda verso le vittime di allora e di oggi. Poche altre catastrofi, scrive Claudia Luise Torino di LaPresse, hanno visto mobilitazioni massicce come quella messa in moto subito dopo l’esplosione al reattore nucleare, che prosegue ancora oggi perché i villaggi continuano ad essere contaminati e le famiglie che vivono al confine tra Ucraina e Bielorussia ad essere malate. Larisa Baranovskaya è nata due anni dopo la tragedia ed è cresciuta a poca distanza Chernobyl.
Quando era bambina – racconta a LaPresse – è venuta in Italia per dei soggiorni di cura e ora si occupa di organizzare i viaggi dei suoi connazionali che vengono accolti nel nostro Paese collaborando con le Associazioni Cernobyl Lombardia. DOMANDA: Sono passati 30 anni da quel giorno. Com’è ora la situazione nei posti limitrofi più colpiti? RISPOSTA: “Si può dire che sono passati 30 anni, ma vi rispondo che sono passati ‘solo’ 30 anni. Serve molto di più di 30 anni per migliorare la situazione in questa zona. Nei posti limitrofi più colpiti la gente adesso impara a vivere nelle nuove condizioni. La gente impara a coltivare la verdura, il grano senza radionuclidi o con il tasso ammissibile di radionuclidi. Impara produrre il latte e la carne senza cesio. E la gente riesce a farlo. Chi cerca la soluzione, la trova sempre. Per continuare a vivere in questa zona le persone iniziano ad aprire nuove attività. A Dobrush stanno costruendo una nuova fabbrica di carta. A Bragin si stanno organizzando per produrre energia solare. Mentre nella provincia di Vetka stanno aprendo la fattoria avicola più grande della regione“.
D: Ci sono conseguenze del disastro che ancora oggi condizionano la vita quotidiana delle persone che abitano queste zone? R: “Tutti dobbiamo essere più attenti alla salute. Ogni anno bisogna fare controlli medici, tra i quali le ecografie alla tiroide e la misurazione dell’esposizione alle radiazioni“. D: Ha un ricordo diretto del giorno della tragedia? Cosa la colpì maggiormente? R: “Non ho ricordi diretti perché sono nata dopo 2 anni dalla tragedia. Ma so che nessuno ha capito precisamente cosa stava succedendo. Nessuno riusciva a comprendere che cosa fosse la radioattività e perché dovevano prestare attenzione e andare a vivere in altri posti ‘più puliti’“. D: Da adolescente ha partecipato viaggi organizzati in Italia. Come ha influito questa esperienza nella sua crescita? R: “Da bambina sono stata in Italia, e precisamente in Basilicata, qualche volta per migliorare la mia salute. Ogni anno anno aspettavo con ansia questo viaggio in Italia e già da bambina imparavo italiano con tanta voglia, ascoltavo le canzone italiane, che per me sono le più belle del mondo. Ogni anno prima di partire andavo a comprare regali per mia famiglia italiana: volevo donargli le cose più belle perché sapevo che facevano tanto per me e che mi volevano bene. Questa esperienza ha influito tanto nella mia crescita. Mi ha insegnato ad aiutare le persone, a comprendere meglio le differenze con le altre nazioni, ad essere più curiosa e indipendente. Ho visto un’altra vita in Italia che mi è piaciuta molto e grazie a questa esperienza ho capito che dovevo studiare tanto per avere possibilità di vivere meglio anche in Bielorussia. Dobbiamo sfruttare le possibilità che abbiamo nelle nostre mani“.
D: Crede che l’Italia abbia fatto abbastanza sia come nazione, sia a livello di volontariato? R: “Sono sicura che Italia è fatto tantissimo. L’Italia fa un grande lavoro per la Bielorussia, per i nostri bambini, per il nostro futuro. Questa attività parte da cuori pieni di amore e compassione“. D: Adesso si occupa di organizzare questi viaggi. Secondo lei hanno ancora una importanza medica, oltre all’esperienza formativa? R: “Questi viaggi di sicuro hanno una grande importanza medica anche adesso. I nostri medici dicono che un mese nelle zone ‘pulite’ diminuisce il livello di radioattività. E per noi, per nostri bambini, per il nostro futuro è di grande importanza avere questa bella possibilità per migliorare la salute“.