A distanza di 30 anni dal disastro nucleare di Chernobyl, la zona intorno all’ex centrale vede la presenza di lupi e cinghiali selvatici. A documentare la presenza degli animali sono state le telecamere di alcuni ricercatori posizionate nella “zona di alienazione“. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Frontiers of Ecology ed è stato svolto dall’Università americana della Georgia, che ha utilizzato delle telecamere nella “Zona di esclusione” di Chernobyl. I filmati hanno confrontato studi precedenti, secondo i quali i livelli di radiazione non influenzano la distribuzione degli animali nella zona.
Ad ogni modo, spiega l’autore principale dello studio, “non abbiamo prove che dimostrino che le popolazioni di animali sono represse nelle aree fortemente contaminate“, piuttosto “abbiamo scoperto che questi animali sono piu’ presenti nelle aree del loro habitat in cui possono trovare cio’ di cui hanno bisogno, cibo e acqua“. Grazie ai filmati sono stati individuate 14 specie diverse di mammiferi. Tra le più frequenti troviamo: il lupo grigio, la volpe rossa, il cinghiale selvatico ed il cane procione. I ricercatori hanno concentrato l’attenzione sui carnivori. Oltre ad ingerire prede, essi assorbono le radiazioni tramite suolo, acqua e aria.