I Cina si sta per concretizzare la realizzazione di piattaforme per impianti nucleari tali da poter essere usate nei progetti “in acque remote ed erogare energia stabile“. E, verosimilmente, nelle acque agitate dai contenziosi territoriali del mar Cinese meridionale. Le strutture, si legge sul Global Times, potrebbero “navigare” verso acque lontane. Liu Zhengguo, a capo dell’Ufficio generale di China Shipbuilding Industry, societa’ che ha l’incarico di disegnare e costruire le piattaforme, ha assicurato che la compagnia “sta spingendo avanti i lavori“. Lo sviluppo di piattaforme mobili per reattori nucleari “e’ un trend fiorente. Il numero esatto di impianti da costruire dipende solo dalla domanda dei mercati, piuttosto forte“.
A quanto pare una piattaforma dimostrativa sara’ completata per la fine del 2018, mentre nel 2019 è attesa l’entrata in funzione a pieno regime. Secondo Li Jie, l’esperto navale cinese citato, le strutture mobili e galleggianti potrebbero fornire elettricità a fari, attrezzature di ricerca e salvataggio, impianti militari, porti e aeroporti del mar Cinese meridionale. Inoltre, a causa della lunga distanza “tra le isole Nansha (nome cinese delle Spratly, ndr) e la Cina continentale, del meteo mutevole e delle condizioni dell’oceano, trasportare il combustibile potrebbe essere un problema ed e’ per questo che lo sviluppo di piattaforme di impianti nucleari mobili e’ di grande significato“.