Il riscaldamento globale espone l’Europa a una probabilità maggiore di epidemie stagionali di febbre dengue. L’allarme arriva da uno studio svedese secondo il quale un clima caratterizzato da temperature più alte allarga l’area geografica normalmente a rischio per questa infezione e la finestra temporale per l’insorgenza di eventuali epidemie. La febbre dengue è una malattia infettiva tropicale, causata da un virus che viene trasmesso dalla zanzara Aedes, la stessa di Zika.
Pubblicato sulla rivista EBioMedicine, lo studio condotto dall’Università di Umea ha calcolato il rischio di epidemie di dengue in Europa in base ad un insieme di diverse previsioni sui cambiamenti climatici. L’aumento medio della temperatura, secondo i ricercatori, ha un profondo impatto sulla capacità dei vettori – le zanzare Aedes aegypti ed Aedes albopictus – di trasmettere l’infezione.
Secondo gli scienziati con l’attuale capacità di ‘vettore’ le epidemie di dengue sono possibili in estate soprattutto nell’Europa meridionale. Entro la fine del secolo epidemie stagionali potranno sorgere in gran parte dell’Europa. La zanzara vettore Aedes aegypti è stata documentata di recente in Russia e Georgia, mentre il vettore secondario, la Aedes albopictus, è presente nella maggior parte dell’Europa meridionale e fino all’Olanda.