Crisi economica e pensioni, più welfare per i geologi

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Al Congresso Nazionale dei Geologi Italiani, in corso a Napoli fino al 30 aprile, il neo eletto Presidente dell’Epap Stefano Poeta ha rilanciato le iniziative dell’Ente pluricategoriale di previdenza (oltre ai geologi, attuari, chimici e dottori agronomi e forestali) per sostenere l’attività dei professionisti iscritti in una fase di crisi economica che colpisce soprattutto i più giovani. Per tutta la durata dei lavori sarà attivo un desk informativo con personale amministrativo dell’Ente presso il quale gli iscritti potranno ottenere chiarimenti sulle proprie posizioni contributive e previdenziali.

L’Epap, che proprio quest’anno compie vent’anni, offre prestazioni di carattere previdenziale e assiste l’iscritto per tutta la durata della vita; quindi, anche e soprattutto, nella fase in cui il professionista è ancora in attività, implementando servizi economici (mutui e prestiti per l’avvio e per il potenziamento dell’attività professionale) e sanitari (Assicurazione Sanitaria Integrativa, Pacchetto maternità, Long Term Care) a supporto del suo lavoro e della sua salute.

L’azione della nuova governance si caratterizza con iniziative atte a mettere al centro delle attività previdenziali e assistenziali dell’Epap il “professionista”. “Per questo, in occasione di un importante evento come il Congresso Nazionale dei Geologi, animato da uno spirito di progettualità – ha osservato il Presidente Stefano Poeta – anche l’Epap vuol fare la sua parte mettendo a disposizione le proprie competenze interdisciplinari”.

In un recente Convegno, alla presenza di autorevoli rappresentanti del Governo, il Presidente Poeta ha risposto alle sollecitazioni verso gli Enti di Previdenza perché facciano investimenti diretti nell’economia reale del Paese. Nel rispetto del mandato prioritario di un Ente di Previdenza, che è quello di garantire le prestazioni previdenziali obbligatorie mediante una politica di investimenti atta a coprire i debiti previdenziali che ciascun Ente ha verso i propri iscritti – ha affermato –  l’ipotesi di valutare possibili investimenti nel Sistema Paese non può  prescindere dalla valutazione che questi  “devono essere indirizzati verso quelle attività che possono avere una ricaduta positiva nell’ambito delle professioni, con conseguente incremento delle opportunità lavorative per gli iscritti e di conseguenza  maggiore contribuzione previdenziale per l’Ente”. Non solo pensioni quindi, ma “un sostegno da parte della Cassa alle professioni affinché si possa innescare un circolo virtuoso che porti benefici e vantaggi a quei soggetti che prima di essere iscritti sono soprattutto professionisti.

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