Energia, Italia prima al mondo per produzione da fonti rinnovabili: tutti i DATI

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L’Italia è uno dei Paesi del mondo che consuma più energia elettrica: ne usufruiamo tutti ogni giorno per grandi e piccole comodità di cui non possiamo fare a meno, e nonostante la crescita della produzione di energia da fonti sia tradizionali che rinnovabili, oggi siamo ancora costretti ad acquistare una quota non indifferente (il 14,1%) dall’estero, attraverso l’utilizzo di elettrodotti. Tutti i dati che pubblichiamo in quest’articolo sono gli ultimi disponibili, riferiti all’anno 2014.

Già dagli anni ’80 l’Italia ha avviato un programma di “decarbonizzazione” della propria produzione nazionale energetica, tanto che già nel 1986 producevamo il 29% della nostra energia da fonti alternative a quelle fossili (idroelettrico, nucleare e geotermoelettrico). Ma dopo il disastro di Cernobyl (1986), in concomitanza con il crollo dei prezzi del petrolio, l’Italia decideva di abbandonare la strada del nucleare, una scelta ribadita di recente con il referendum del 2011 che bocciava il nuovo piano di produzione di energia nucleare a pochi mesi da un altro disastro, quello di Fukushima. L’abbandono del nucleare ha avuto una conseguenza “drammatica” sul vecchio programma di “decarbonizzazione”: nel 2007 l’Italia produceva l’84,7% della propria energia da fonti fossili e tradizionali.

fotovoltaico_giapponeNegli ultimi anni, però, la situazione è cambiata molto e già dal 2012-2013 l’Italia è tornata agli standard internazionali, superandoli nel 2014 ponendosi come leader di produzione di energia pulita e rinnovabile del mondo. La fonte di energia pulita più significativa resta l’idroelettrico, seguita dal fotovoltaico, poi dall’eolico e infine dal geotermoelettrico. Sono ottime performance che con il contributo delle biomasse, nel 2014 hanno portato la produzione elettrica rinnovabile al 43%: una quota di gran lunga superiore a tutti gli altri Paesi paragonabili all’Italia per livello di sviluppo e di popolazione. La Germania è al 24%, la Francia al 17%, la Gran Bretagna al 15%.

Il premier Matteo Renzi ha spiegato che entro la fine della legislatura, quindi entro il 2018, l’obiettivo è quello di arrivare al 50%: una quota ambiziosa ma che, a questo punto, probabilmente verrà raggiunta anche prima. Non solo eolico, fotovoltaico e solare termico, ma anche geotermia e biomasse danno un grande contributo alla produzione di energia pulita il cui pilastro rimane sempre e comunque l’idroelettrico.

impianto-fotovoltaico-610x425L’Italia è prima al mondo anche per il contributo del fotovoltaico, che nel 2015 ha superato l’8%: al secondo posto c’è la Grecia con il 7,4%, al terzo la Germania con il 7,1%. Dati straordinari non solo per l’energia, ma anche per tutta la filiera che sta creando nuove opportunità lavorative e di sviluppo tecnologico.

Insomma, siamo ancora lontani da obiettivi di indipendenza energetica, ma di questo passo potremo arrivarci entro pochi anni e lo faremo grazie alle fonti rinnovabili di cui l’Italia rappresenta un modello internazionale. Dobbiamo per forza i cose ancora utilizzare anche una quota importante di fonti fossili, ma siamo sulla strada giusta e utilizziamo nel modo migliore possibile le tecnologie che la scienza ha messo a disposizione dei territori e dei governi per un futuro migliore, pulito, green e sostenibile.

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