Astronomia, da 42 anni si studia l’evaporazione dei buchi neri: la materia “ingoiata” non sparirebbe per sempre

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Oggetti voraci e misteriosi come i buchi neri che lentamente evaporano liberando energia: e’ una delle teorie piu’ suggestive della fisica contemporanea, quella formulata nel 1942 da Stephen Hawking insieme al fisico israeliano Jacob Bekenstein, morto nell’agosto 2015. Una teoria affascinante e controversa, che se confermata porterebbe a realizzare uno degli obiettivi piu’ ambiziosi della fisica: l’unificazione delle forze fondamentali della natura (ossia quelle elettromagnetica, debole e forte) con la gravita’. Per questo da quando la teoria di Bekenstein-Hawking e’ stata formulata, decine e decine di fisici in tutto il mondo si sono messi al lavoro per dimostrarla. I tentativi che si sono succeduti sono stati davvero tantissimi, ma nessuno finora e’ andato in porto.

Due buchi neriE’ un’impresa titanica, anche perche’ richiede quantita’ di energia enormi. Ecco allora l’idea del fisico Jeff Steinhauer, dell’Istituto israeliano Technion di Haifa: cercare la conferma in strutture analoghe ai buchi neri, minuscole e piu’ facili da ottenere. L’esperimento e’ pubblicato da mesi sul sito ArXiv, nel quale transitano articoli destinati, in un tempo relativamente breve, alla pubblicazione sulle riviste scientifiche internazionali.

ASTRONOMIA: BUCHI NERI GIGANTESCHI NEL BABY UNIVERSO      (EMBARGO ALLE 19,00 DI OGGI)Steinhauer riferisce di aver creato in laboratorio l’equivalente di un minuscolo buco nero: ha raffreddato dell’elio a temperature bassissime, vicine allo zero assoluto, e lo ha agitato velocemente, al punto da ottenere una barriera invalicabile dai suoni, proprio come l’orizzonte degli eventi di un buco nero. A questo punto avrebbe trovato fuori da questo buco nero tracce dei pacchetti di energia che costituiscono le onde sonore, chiamati fononi: proprio come prevede la teoria di Hawking. Un esperimento che gli esperti giudicano interessante, ma che desta anche diverse perplessita’. Un test del genere dovrebbe comunque “ricreare in laboratorio tutte le leggi della termodinamica dei buchi neri”, ha rilevato il fisico Salvatore Capozziello, dell’universita’ Federico II di Napoli, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e presidente delle Societa’ Italiana di Relativita’ Generale e Fisica della Gravitazione (Sigrav). Perplesso anche Carlo Cosmelli, dell’universita’ Sapienza di Roma, per i quale l’esperimento di Steinhauer “e’ simile a quelli che vengono fatti da una decina di anni su materiali che possono avere vibrazioni meccaniche”.

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