I tropici s’infiammano: sfondato il muro dei primi +47°C sul Sahel

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Mentre l’Italia e i paesi dell’area balcanica assaporano il primi caldi della primavera, la stagione calda inizia ad entrare nella sua fase clou lungo la fascia tropicale, a causa dei passaggi “zenitali” del sole a nord dell’equatore. In questi ultimi giorni il caldo si sta ulteriormente rafforzando, soprattutto nelle aree continentali, dove stazionano i solidi anticicloni sub-tropicali, ben strutturati fino all’alta troposfera. Dall’India al Messico, passando per le aree dell’Africa sub-sahariana e i paesi dell’Asia meridionale e dell’America centrale, è un continuo susseguirsi di ondate di calore, con i termometri che schizzano abbondantemente al di sopra del muro dei +40°C all’ombra, con punte di oltre i +45°C +46°C nel cuore dell’area saheliana e lungo le zone desertiche più interne della penisola Arabica, dove domina un robusto regime anticiclonico, di tanto in tanto disturbato dal passaggio del ramo principale del “getto sub-tropicale”, che dal Sahara si muove rapidamente in direzione della penisola Arabica, proseguendo in direzione dell’Iran, Pakistan e India.

In queste ultime due settimana va sottolineato l’intenso riscaldamento che si sta verificando sull’Africa sub-sahariana, lungo la fascia saheliana, dal deserto sudanese fino all’entroterra di Senegal e Mauritania, dove la colonnina di mercurio ha più volte sfiorato la soglia dei +47°C all’ombra, con la conseguente caduta di decine di record assoluti di caldo.

Rwtavn662Nella giornata di ieri, risultata una delle più calde dall’inizio del 2016, il muro dei +46°C +47°C all’ombra è stato raggiunto pure in diverse località del Burkina Faso, del Ciad e persino in Niger, dove la calura di giorno in giorno si fa sempre più soffocante. Da notare, però, come se sull’entroterra interno senegalese, malitiano e del Burkina Faso, siamo ormai entrati nella fase clou del periodo più caldo dell’anno, lungo le aree costiere dell’Africa occidentale, come sulla capitale Dakar, il clima diviene molto più fresco e umido, vista la notevole influenza oceanica con le sue miti brezze, provenienti principalmente da NO o da O-NO.

Rwtavn421Ciò spiega perché fra Dakar e la città di Matam, nel cuore dell’entroterra senegalese, abbiamo una ventina di gradi di differenza nelle temperature. Ma il caldo eccezionale, indotto dall’avvicinamento del sole allo “Zenit” (raggi solari perpendicolari sopra la linea dell’orizzonte nelle ore centrali del giorno), lo si avverte persino sulle isole Maldive, dove i termometri riescono a superare la soglia fatidica dei +34°C all’ombra.

maldive-013Nelle Maldive, uno dei luoghi dal clima termicamente più stabile del mondo, visto la fortissima influenza mitigatrice dell’oceano Indiano, solo in rarissime occasioni si possono superare i +34°C. In genere negli arcipelaghi tropicali e sub-equatoriali dell’oceano Indiano, lontani dalle terre emerse, temperature di oltre i +33.5°C +34.0°C si raggiungono solo in presenza di consistenti “Subsidenze atmosferiche” (forti correnti discendenti che comprimono l’aria verso i bassi strati) innescate dal passaggio ravvicinato di intensi cicloni tropicali o vigorose tempeste tropicali, di dimensioni notevoli.

india3-300x225Ma negli ultimi giorni il caldo tropicale si sta intensificando notevolmente in molte aree dell’India meridionale e centrali, con i termometri che si spingono oltre la soglia dei +42°C +43°C all’ombra. Proprio in questo periodo dell’anno, in India come nel vicino Pakistan, sta entrando di scena la fase pre-monsonica, che solitamente culmina con una forte ondata di calore, che fra Maggio e inizio Giugno abbraccia buona parte dell’India e il Pakistan, facendo lievitare i termometri fino oltre il muro dei +47°C +48°C, con picchi isolati di +49°C, avvicinandosi occasionalmente pure ai fatidici +50°C.

1299413338_sahara-300x200Questi picchi estremi solitamente si archiviano sempre nelle stesse zone, quelle penalizzate dall’orografia, spesso ubicate in profonde valli interne o canyon che le proteggono dai principali flussi eolici che si attivano sul territorio arido e semi-desertico del territorio pakistano. Basta ricordare che in Pakistan il sito archeologico di Moen Jo Daro è il detentore del record di caldo asiatico assoluto e del secondo valore termico più alto al mondo, con gli storici +53.5°C stabiliti il 26 Maggio 2010, quando la città di Sibi si attestò sui +53.0°C.

africa_1971_2000_mean_temperatureNelle prossime settimana il caldo qui diventerà sempre più forte, soprattutto nel settore interno pakistano, dove il sole prossimo allo “Zenit”, il prevalente regime anticiclonico in quota, la debole ventilazione e l’aria molto secca nei bassi strati inaspriranno notevolmente la gran calura che tenderà ad accumularsi nei medi e bassi strati. Questo forte riscaldamento dell’intera fascia tropicale, già in questi giorni sta avendo importanti ripercussioni climatiche sull’area mediterranea, spalancando le porte per le prime vere “scaldate tardo primaverili”.

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