Il primo modulo abitativo espandibile, il Bigelow Expandable Activity Module (BEAM) verrà installato sulla Stazione Spaziale Internazionale il 16 aprile. BEAM verrà agganciato al modulo Tranquility seguendo una procedura della durata di circa 4 ore. Sarà agganciato al nodo 3 tramite il braccio robotico Canadarm: le operazioni inizieranno alle 06:15 UTC e dovrebbero terminare alle 10:15 UTC.
Da chiuso è un cilindro di appena 2,16 metri di lato per poco meno di una tonnellata e mezza di peso. Una volta dispiegato, attraverso una sequenza automatica, offrirà un volume abitabile di 16 metri cubi. Beam resterà agganciato alla stazione per due anni, durante i quali saranno monitorati pressione, temperatura, radiazioni e l’effetto di eventuali impatti con micrometeoriti o detriti. Gli astronauti – spiega l’ASI – entreranno periodicamente nel modulo per registrarne i dati e ispezionare la struttura. Una volta concluso il periodo di testing, BEAM verrà sganciato e fatto disintegrare in atmosfera.
In un settore che potrebbe rappresentare il futuro dell’abitabilità spaziale attualmente la Bigelow non ha competitor. Nel luglio scorso la società americana ha sottoscritto con la Nasa un nuovo contratto per lo sviluppo del BA330, che aspira a diventare il primo modulo gonfiabile completamente autosufficiente, con un volume tre volte maggiore di ogni altro modulo in metallo. Una sorta di stazione spaziale compatta in grado di ospitare fino a sei astronauti, che la NASA vorrebbe utilizzare nell’orbita cislunare e oltre e che nel frattempo la Bigelow conta di sfruttare nell’orbita bassa per fini commerciali, anche nel settore del turismo spaziale.