Ed ecco che sul finire di Aprile la crisi, con il conseguente “split”, del vortice polare troposferico, già fortemente vulnerato dal “final warming” di Marzo, riportarono di colpo l’inverno in Europa e sulle Isole Britanniche. Già in queste ore, analizzando le ultime moviole dei satellitari, si nota un vasto nucleo di aria piuttosto fredda, di origine polare marittima, che dal mare di Groenlandia si sta mettendo in movimento verso latitudini più meridionali, puntando dapprima il mar di Norvegia e le Isole Britanniche, ad iniziare dalla Scozia, Inghilterra, e più marginalmente anche l’Irlanda e il Galles. L’irrompere dell’aria fredda provocherà, già dal pomeriggio, un radicale calo delle temperature e l’abbassamento della quota dello “zero termico”, pronta ad attestarsi al di sotto dei 300-400 metri, ma localmente anche fin sui 200 metri sul nord-est della Scozia, dove saranno possibili brevi rovesci di gragnola e neve fin sulle coste.
Questo primo importante affondo di latitudine del vortice polare viene coadiuvato dalla temporanea erezione verso nord del promontorio anticiclonico delle Azzorre, il quale mantenendo la sua radice calda sub-tropicale in pieno oceano causerà un sensibile aumento dei valori di geopotenziale in quota, sopra l’Atlantico settentrionale.
Lo sviluppo sull’Atlantico settentrionale di questo potente anticiclone dinamico, caratterizzato in quota da massimi di geopotenziale elevati, spianerà la strada per la formazione di un imponente promontorio anticiclonico, spanciato con i propri elementi fino alle coste della Groenlandia meridionale. La formazione di questa “impalcatura” anticiclonica, nel cuore dell’Atlantico settentrionale amplierà, più ad est, la discesa delle masse d’aria fredde presenti sopra la Calotta polare verso latitudini più meridionali.
Il forte “gradiente di geopotenziale” che si verrà a sviluppare in quota, fra l’Atlantico settentrionale e l’Europa occidentale, genererà una notevole accelerazione del “getto polare” che scivola lungo il bordo più orientale del robusto promontorio anticiclonico dinamico atlantico, posizionato in pieno Atlantico, ad ovest delle Isole Britanniche.
Lo sviluppo di un “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto”) lungo il bordo orientale dell’anticiclone oceanico, pronto ad assumere una direttrice marcatamente meridiana, contribuirà a far scivolare di latitudine il “lobo scandinavo” del vortice polare, e la massa di artica molto fredda annessa, che dalla regione Artica si propagherà verso latitudini più meridionali, propagandosi al mar di Norvegia e alla Scandinavia.
Nel corso delle prossime ore questo nucleo di aria fredda, di origine artica marittima, dal mare della Groenlandia comincerà gradualmente a scivolare di latitudine verso l’Islanda, le Isole Britanniche, il mar di Norvegia, prendendo pure la Scandinavia, con un nocciolo di -9°C -10°C a 850 hpa che dalle Svalbard si estenderà fino alle coste settentrionali scozzesi e al mar di Norvegia. Questa ondata di aria fredda avendo caratteristiche marittime risulterà piuttosto spessa, probabilmente oltre i 5 km, interessando e instabilizzando anche buona parte della colonna troposferica.
Nel corso della serata la parte più consistente di questo nucleo di aria polare marittima comincerà ad invadere le Isole Britanniche e la penisola Scandinava, determinando un brusco abbassamento delle temperature. Il forte “gradiente termico verticale” che caratterizzerà l’irruzione fredda favorirà lo sviluppo di annuvolamenti cumuliformi, a carattere sparso, che daranno luogo a delle gragnolate e a isolati rovesci di pioggia mista a neve granulare fino in prossimità delle coste sul nord della Scozia. La neve potrebbe tornare ad imbiancare diverse città e località della Scozia settentrionale e orientale. I fiocchi bianchi potranno vedersi pure su città come Edimburgo, Glasgow e Aberdeen.
Ma fra la prossima serata e la giornata di domani, durante lo scivolamento verso l’Europa centrale del nucleo di aria polare marittima, nevicate a quote di bassa collina, con qualche fiocco molto bagnato misto alla pioggia, si potrà vedere venerdì nell’est dell’Inghilterra. Sempre dalla giornata di domani il blocco di aria fredda artico marittima, estendendosi a tutto il mar di Norvegia, si sposterà anche verso la Norvegia e pure la Svezia, impattando sulle Alpi Scandinave.
Lo scivolamento di latitudine di questo blocco di aria molto fredda, proveniente dal mare della Groenlandia, verrà evidenziato da una estesa nuvolosità a “ciottoli”, che segnerà l’alto grado d’instabilità della massa d’aria artica marittima che si getterà fra Isole Britanniche, Europa centrale e Scandinavia, causando su queste anche tanta instabilità in seno al flusso freddo post-frontale. In particolare lungo le coste norvegesi centro-meridionali e quelle della Scozia settentrionale il notevole “forcing” orografico esercitato dai rilievi norvegesi nei confronti delle umide e fredde correnti da N-NO e NO, che dal mare di Groenlandia scivoleranno sul mar di Norvegia, più temperato, caricandosi di umidità e riscaldandosi notevolmente nei bassi strati.
Tale riscaldamento della fredda massa d’aria, nei bassi strati, riacutizza l’instabilità, visto che nella media troposfera la massa d’aria conserverà le sue caratteristiche gelide, con isoterme sotto i -35°C a 5100 metri. Tali contrasti termici esacerbano il “gradiente termico verticale” in seno alla massa d’aria polare, agevolerà lo sviluppo di diffusi moti convettivi che danno origine a quella nuvolosità puntiforme, identificabile in nubi di tipo cumuliformi, come cumuli e cumulonembi in aria fredda interamente ghiacciati, che daranno luogo a rovesci sparsi, che dato lo “zero termico” molto basso assumeranno carattere nevoso fin sulle zone costiere norvegesi e della Scozia settentrionale, dove saranno attesi pure accumuli consistenti sul versante nord delle Highlands.
Ma fra domani e domenica nevicate, localmente anche intense, fino a bassissima quota, dai 300-400 metri, saranno possibili anche fra la Francia orientale, il sud della Germania, la Svizzera, l’Austria e la Repubblica Ceca. Il “forcing” orografico imposto dalle Alpi ai freddi venti settentrionali dovrebbe enfatizzare ulteriormente le precipitazioni nevose, agevolando accumuli localmente anche abbondanti sul versante settentrionale delle Alpi.