Gli eventi legati al cambiamento climatico sono in crescita e il caffe’ e’ una delle coltivazioni piu’ colpite dall’aumento delle temperature e delle piogge, dalle inondazioni e dalla siccita’. Molti piccoli produttori hanno gia’ da ora bisogno di adattare le loro pratiche agricole alle nuove condizioni climatiche, altrimenti rischiano di perdere la loro principale fonte di sostentamento. Dal 13 al 15 maggio Fairtrade invita tutti una grande sfida: consumare insieme il maggior numero possibile di tazze di caffe’ certificato Fairtrade, per supportare i produttori nella loro lotta agli effetti del climate change. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla produzione del caffe’ I Paesi in via di sviluppo sono sicuramente i piu’ esposti agli effetti del cambiamento climatico, benche’ siano i meno responsabili di questo fenomeno. I produttori di caffe’ Fairtrade di tutta l’America Latina, ad esempio, sono stati pesantemente colpiti dal dilagare della ruggine bruna, la malattia che sta interessando piu’ del 50% delle coltivazioni di caffe’ in America Centrale e circa il 30-40% in Sud America, e che e’ causata proprio dal surriscaldamento climatico e dall’aumento delle precipitazioni.
L’impatto di Fairtrade per i piccoli produttori di caffe’ Secondo i dati dell’ultimo report “Monitoring the scope and the benefits of Fairtrade” relativi all’anno 2014, su 1,65 milioni di agricoltori, lavoratori e produttori parte del sistema, 812,500 (49%) sono coinvolti nella coltivazione del caffe’, riuniti attorno a 445 organizzazioni e cooperative. Coltivano prevalentemente piccoli appezzamenti, presenti in 30 paesi – il 75% dei quali in America Latina – che insieme occupano una superficie di 1,1 milioni di ettari, con una produzione totale di 150.000 tonnellate di caffe’ nel 2014 (+ 6% rispetto all’anno precedente). Fairtrade rappresenta uno degli strumenti per affrontare le sfide del cambiamento climatico, grazie al supporto che offre ai produttori, alla loro sussistenza, allo sviluppo sostenibile e alle attivita’ di adattamento.
Il pagamento di un prezzo equo e stabile, in grado di coprire i costi medi di una produzione sostenibile, permette ai piccoli produttori di caffe’ di rafforzare la loro capacita’ produttiva e pianificare il loro futuro. Inoltre, il premio aggiuntivo Fairtrade – pari a 49 milioni di euro nel 2014 – consente di finanziare appositi programmi di formazione e miglioramenti tecnici e infrastrutturali. Il Fairtrade Premium e’ stato utilizzato da alcuni agricoltori proprio per effettuare investimenti in efficienza produttiva, con tecnologie che aiutano ad affrontare l’erosione del suolo, la scarsita’ di acqua e l’incremento delle temperature. In altri casi, gli agricoltori hanno utilizzato il Premium per piantare alberi o contrastare l’aumento della temperatura, per costruire dighe che permettono di raccogliere l’acqua, per investire nel risparmio idrico. La Grande Sfida Fairtrade: una pausa caffe’ da record Per puntare i riflettori sull’impatto economico e sociale degli effetti del cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo, e su cio’ che possiamo fare come consumatori per sostenerli, si e’ scelto proprio il prodotto simbolo del commercio equo, il primo a ottenere il marchio di certificazione Fairtrade. L’iniziativa si svolgera’ contemporaneamente in 23 Paesi, tra cui l’Italia, con eventi e campagne di sensibilizzazione per invitare tutti a partecipare alla Grande Sfida. Singolarmente o in gruppo, bastera’ registrare nell’apposito sito web il numero di caffe’ Fairtrade bevuti dal 13 al 15 maggio e condividere sui social network la propria azione utilizzando l’hashtag ?#?FAIRTRADECHALLENGE?. In Italia, la Grande Sfida Fairtrade vuole accendere la competizione tra citta’, supermercati, bar, dipartimenti universitari, associazioni o gruppi di amici, che verranno invitati a sfidarsi su chi berra’ il maggior numero di tazze di caffe’ certificato Fairtrade in questi tre giorni. Una campagna nazionale su stampa, web e social media, oltre a eventi ad hoc in locali delle principali citta’ italiane e lectio magistralis in alcune Universita’, serviranno per l’occasione ad attirare l’attenzione su un rischio molto alto anche per noi consumatori: quello di perdere la possibilita’, in futuro, di godere ancora della nostra bevanda preferita.