Per fortuna l’incendio di un autobus nel traforo del Gran Sasso avvenuto ieri pomeriggio non ha avuto conseguenze gravi per i passeggeri, a parte lo shock e qualche ferita lieve. Quanto avvenuto ha ricordato però a molti un fatto avvenuto ormai 17 anni fa, e che ebbe un bilancio ben peggiore. L’incendio nel tunnel del Monte Bianco.
Era la mattina del 24 marzo 1999, l’Europa sprofondava nell’orrore di una nuova guerra nei Balcani con i bombardamenti della NATO sulla Serbia ed i rastrellamenti etnici in Kosovo. Un camion proveniente dalla Francia prendeva fuoco all’interno della galleria, una delle più lunghe del mondo (11,6 km) e si scatenava l’inferno. L’incendio si propagò rapidamente alimentato dall’effetto “forno”, intrappolando decine di persone che viaggiavano a bordo di camion, bus e autovetture. Il bilancio finale fu di 39 morti.
I vigili del fuoco italiani e francesi impiegarono oltre 48 ore per domare le fiamme, fra enormi difficoltà. I danni ingenti e la necessità di aumentare le misure di sicurezza nel traforo portarono alla sua chiusura per circa tre anni. La riapertura avvenne il 9 marzo del 2002. Importanti interventi hanno aumentato la sicurezza del traforo, in particolare grazie alla messa in posa di moltissime piazzole SOS, la creazione di un posto di emergenza nel centro del tunnel presidiato da pompieri, la costruzione di rifugi collegati ad una zona di evacuazione indipendente. Inoltre i limiti di velocità sono un importantissimo pilastro nell’opera di prevenzione verso futuri incidenti, così come la presenza di una fitta rete di telecamere di videosorveglianza per monitorare costantemente la situazione.