La resistenza dei batteri agli antibiotici rappresenta una minaccia globale per l’umanità. Secondo l’ultimo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “un’era post-antibiotica – in cui infezioni comuni o lievi ferite possano rivelarsi letali – lungi dall’essere una fantasia apocalittica, è invece una prospettiva reale per il 21mo secolo“. Il gruppo del professor Paolo Ruggerone che da circa 10 anni lavora su alcune proteine coinvolte nei meccanismi di resistenza batterica. Le ricerche hanno riguardato i sistemi di efflusso batterico. Si tratta di macchine proteiche molto complesse, capaci di espellere decine e decine di composti differenti e che potrebbero essere coinvolti nell’insorgere del fenomeno della multi-resistenza batterica. Il primo studio ha rivelato i dettagli molecolari alla base del meccanismo di multi-resistenza in un isolato clinico del batterio Salmonella aenterica. In un secondo lavoro il dott. Attilio Vittorio Vargiu (che fa parte del gruppo del prof. Ruggerone), in collaborazione col prof. H. Nikaido (Università di Berkeley), uno degli esperti mondiali in questo campo, ha analizzato il funzionamento di possibili inibitori dei sistemi di efflusso, cioè di molecole in grado di ostacolarne il funzionamento, ripristinando così l’efficacia degli antibiotici. Sempre gli inibitori sono stati l’oggetto del terzo lavoro, di cui Vargiu è anche tra i corresponding authors.