Sono oltre 30 i principi attivi alla base dei farmaci carenti, secondo una lista compilata dall’Agenzia italiana del farmaco. In tutte le regioni farmacie, grossisti, aziende, Agenzia italiana del Farmaco e Nas hanno deciso di intervenire. Il punto è stato fatto ad un convegno organizzato da Federfarma a Cosmofarma a Bologna. Quello della carenza di farmaci ”è un fenomeno nato negli ultimi anni – spiega Annarosa Racca, presidente di Federfarma – per via della differenza di prezzi che c’è tra l’Italia e alcuni paesi del Centro e Nord Europa, dove costano molto di più. Lì può capitare che vengano largamente esportati, mettendo così in difficoltà il farmacista che deve reperirli”. L’idea quindi è quella di unire le forze. ”Le farmacie segnalano le carenze alla regione – continua Racca – che sua volta deve revocare la licenza a questi nuovi grossisti, se non hanno il 90% dei farmaci. I Nas devono controllare che gli esportatori siano in regola e le aziende devono provvedere alle forniture di farmaci secondo il fabbisogno dei cittadini”. Al convegno, il direttore dell’Ufficio contraffazione dell’Aifa ha parlato che da un paio di anni il monitoraggio sta avvenendo nel Lazio. ”Stiamo facendo pulizia – ha detto Di Giorgio – questa modalità di lavoro funziona. Le carenze interessano ciclicamente non più di una trentina di principi attivi. Purtroppo spesso finiscono sotto i riflettori anche casi di irreperibilità che tali non sono”. A volte, la mancanza di un farmaco può essere dovuta ad alcune congestioni distributive o alla cessata commercializzazione. ‘‘Progressi sono stati fatti – conclude Racca – ma molto rimane da fare. Oltre al Lazio, già da tempo in molte regioni vengono comunicate le carenze di farmaci dalle farmacie. E’ il caso della Lombardia, Abruzzo, Veneto, Marche, Sicilia, Umbria, Basilicata e Friuli Venezia Giulia. Ma ora bisogna andare avanti con un coordinamento unico livello nazionale e regole comuni”.