Napoli: un bambino ha ingerito un panetto di hashish scambiandolo per cioccolato

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Negli ultimi mesi alcuni bambini sono finiti in ospedale e sono poi risultati positivi a test tossicologici. È un allarme scioccante quello lanciato dal pronto soccorso del nosocomio pediatrico Santobono. Il responsabile del pronto soccorso del Santobono Vincenzo Tipo è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it). “Un bambino di 11 anni – ha raccontato il Dott. Tipo – è venuto in pronto soccorso con una sintomatologia che faticavamo ad inquadrare, quindi l’abbiamo tenuto in osservazione. Ad un collega è venuta l’idea di provare il test tossicologico. Con nostro stupore abbiamo verificato che era positivo al tetraidrocannabinolo, riscontrabile in sostanze come l’hashish. Ma non è il solo. Ci sono capitati altri 3-4 bambini venuti a contatto con queste sostanze. E non sono pochi, visto che c’è anche un mondo sommerso di cui non veniamo a conoscenza perché magari i genitori non li portano in ospedale e aspettano che i sintomi svaniscano. Abbiamo visitato un bambino che ha preso un panetto di hashish dei genitori che ha trovato in casa e, scambiandolo per cioccolato, l’ha ingerito. Considerando che si trovava avvolto nella stagnola, il colore è marrone, per un bambino è facile scambiarlo per una barretta di cioccolato. Ora il bimbo sta bene. I genitori l’hanno confessato appena giunti in ospedale. In questi casi, quando il contatto viene esplicitato anche dai genitori, abbiamo il dovere di segnalare il fatto all’autorità giudiziaria. Nel caso in cui invece c’è stato un presunto consumo, lo segnaliamo ai servizi sociali. A volte i genitori negano, ma comunque noi ce ne accorgiamo. Spaccio nelle scuole di Napoli? Tutti ci hanno detto che il rischio di assunzione di droga nell’età pre-adolescenziale è aumentato, ma non solo a Napoli, anche in tante altre parti d’Italia. Sicuramente per gli spacciatori è più facile avvicinare un bambino piuttosto che un adulto. Quella purtroppo è un’età molto delicata quindi è facile fare presa su questi ragazzi. Oggi poi basta avere uno smartphone, una connessione e una carta prepagata per accedere a qualunque tipo di sostanza, visto che su internet si trova di tutto”.

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