Il primo ministro del Nepal, Khadga Prasad Sharma Oli, ha visitato uno dei luoghi devastati dal terremoto del 25 aprile dell’anno scorso, costato la vita di oltre 8.800 persone. Il premier ha deposto una corona di fiori vicino le rovine della torre Dharahara, nella capitale Kathmandu, dove 200 persone hanno perso la vita a seguito della forte scossa di magnitudo 7,8, seguita da un’altra di 7,3, che ha provocato ulteriori morti e danni. Parenti delle vittime e monaci buddisti hanno pregato insieme nel luogo dove si trovava il tempio Kasthamandap, tra i più noti del Nepal, anche questo andato distrutto un anno fa, dopo che era già stato ricostruito a seguito della devastante scossa del 1934.
Il terremoto ha completamente distrutto 70mila case ed i lavori di ricostruzione procedono a rilento. Il governo aveva promesso a migliaia di famiglie che avrebbe consegnato quasi 1.700 euro per la costruzione delle abitazioni, tuttavia, finora, solo in 700 hanno ricevuto tale somma. I donatori internazionali avevano promesso 4,5 miliardi di dollari, ma, secondo le autorità locali, il Paese ne avrebbe ricevuto meno della metà. Organizzazioni umanitarie internazionali hanno costruito alloggi e scuole provvisori. Hanno anche ripristinato la fornitura di acqua e creato centri di salute e di formazione, ma ufficialmente non possono costruire case perché il governo di Kathmandu non ha ancora stabilito le norme pertinenti.