“No assolutamente. Qualsiasi ricostruzione equivarrebbe a un falso. E’ un’ipotesi da escludere dal punto di vista scientifico. Se invece le valutazioni sono di tipo politico, nel senso che vogliamo dare una risposta simbolica alle distruzioni iconoclaste dell’Is, allora è un’altra cosa“. Lo afferma all’Adnkronos, Daniele Morandi Bonacossi, professore di Archeologia del Vicino Oriente all’Università di Udine che ha guidato campagne di scavi in Siria e in Iraq. “Sarebbe possibile – spiega Morandi Bonacossi – ricostruire i due templi (quello di Bel e quello di Baalshamin, ndr), le torri funerarie e l’arco di trionfo, se di questi monumenti fossero stati fatti dei rilievi con le moderne tecnologie digitali. Allora si potrebbero riporre gli eventuali blocchi sopravvissuti alla furia dell’Is e si potrebbero integrare con altri parzialmente riprodotti. Ma io ho lavorato a Palmira e non mi risulta che questi rilievi esistano”. ‘Si rischia di creare grossolane falsificazioni con edifici che in realta’ non sono mai esistiti’.
Il rischio di una ricostruzione fatta senza questi rilievi, secondo l’archeologo, sarebbe quello di “creare grossolane falsificazioni, con edifici che in realtà non sono mai esistiti. Capisco che è difficile da accettare – sottolinea Morandi Bonacossi – ma anche queste distruzioni fanno parte della storia, in questo caso tragica, di un edificio e vanno custodite come documentazione della sua vita. Questo secondo me è l’approccio scientifico, dall’insegnamento di Cesare Brandi in poi“. La cosa da fare, secondo l’esperto, “è andare quanto prima sul sito archeologico di Palmira, mappare, tracciare e documentare i danni. Dopo l’Italia, con la sua esperienza nel restauro potrebbe fare molto, per esempio restaurando le sculture danneggiate e in parte distrutte nel museo di Palmira. Come visto dai filmati, se è vero che alcune opere sono state portate in salvo prima della conquista dell’Is, è anche vero che quelle più pesanti sono rimaste e sono state danneggiate o distrutte dai terroristi. Quelle danneggiate – conclude – potrebbero essere restaurate dai nostri tecnici“.