Referendum Trivelle: il punto di vista degli astensionisti

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Il 17 aprile 2016 gli elettori italiani saranno chiamati ad esprimersi in merito al cosiddetto “referendum sulle trivellazioni”. E’ importante da subito premettere e ricordare che il referendum non è un NO o un SI alle trivellazioni come molti, ingannevolmente, vogliono far credere, ma il quesito riguarda solo la durata delle concessioni già esistenti e cioè delle trivellazioni già attive. Attualmente la normativa prevede che il concessionario possa sfruttare fino all’esaurimento il giacimento, mentre il referendum, in caso di vittoria del sì, prevede esclusivamente che un giacimento venga chiuso a scadenza concessione. Ipotizzando che un giacimento abbia avuto la concessione lo scorso anno, resterà in produzione, nonostante vincesse il sì, per 30 anni. Quindi parliamo del dopo 2040.  Dunque da ciò è chiaro che non può essere un no alle trivellazioni, perché all’indomani del referendum i pozzi continueranno ad essere attivi nei mari italiani per molti anni. Ricordiamo anche, per dovere di cronaca, che il referendum riguarda meno di 30 concessioni. In questi giorni molti gridano al rischio di maree nere e di sversamenti, ma bisogna sapere che il 90% delle estrazioni nei nostri mari sono estrazioni di gas naturale, dunque non vi sono questi pericoli e inoltre le aziende che estraggono in Italia hanno standard di sicurezza fra i più elevati al mondo.  Credete veramente che se ci fosse tanto petrolio sotto il mare non ci sarebbe stata una corsa all’oro nero? State pur certi che la situazione energetica  italiana di dipendenza dall’estero (e forse anche quella economica) non sarebbe quella attuale.  Oltre ad un dubbio di concetto, vi è anche il dubbio sul fatto che il referendum sia stato promosso da alcuni presidenti di Regioni diciamo non allineati al renzianopensiero. Non è che questa è una partita tutta in casa PD? Dunque tralasciando la politica credo comunque che sia abbastanza palese che la situazione sia un po’ diversa da come molti media stanno portando avanti in questi giorni.

referendum trivelle 17 aprile 2016 italia voto (8)In ogni caso, facendo alcune considerazioni generiche sull’argomento, mi chiedo come mai in Italia ci sia sempre tanto fermento solo su certi argomenti, spesso super specialistici, mentre quando ci sarebbero tante tematiche molto più evidenti, soprattutto in campo ambientale come ad esempio il decoro urbano, inquinamento dei corsi d’acqua ecc dove battersi con la stessa veemenza. Ovvio che questo comportamento denota indubbiamente una certa faziosità, perché se no le nostre città e il nostro ambiente dovrebbero essere lindi, ma così non mi pare. Dunque solo in “certi” casi tutti ambientalisti, vero? Poi se c’è da gettare una cartaccia per terra, sgasare con la propria moto, abusare di detersivi ecc quello va bene. Tanto in mare non va nulla vero?

referendum trivelle 17 aprile 2016 italia voto (1)L’altro aspetto  interessante, che anche questa volta, come al solito, ci sono schiere di personaggi dello spettacolo e artisti che si esprimono, come paladini dell’ambiente, tuonando contro chi la pensa diversamente. Sarebbe interessante sapere se per i loro concerti/spettacoli/film loro si muovono con la bici, o magari utilizzano aerei o auto a combustibile fossile. Ipocrisia portami via. E’ chiaro come si voglia far leva sulla celebrità di alcune persone, la cosiddetta (per qualcuno) “intellighenzia italiana” (un pò radical chic) per dare messaggi ben poco tecnici e certamente da persone che non conoscono bene il tema.

referendum trivelle 17 aprile 2016 italia voto (7)Vengono in mente in questi giorni anche altri referendum che sono stati ad effetto boomerang. Si ricorda quello sulle acque pubbliche, tutto bello, tutto molto “politcally correct” e cosa ha prodotto? In molti Comuni, solo problemi, con aumento in bolletta ai cittadini e con costi extra che vanno a sottrarre risorse per risolvere problemi quotidiani più contingenti (asfalti, assistenza sociale, pulizia ecc)

referendum trivelle 17 aprile 2016 italia voto (2)Per tornare in campo energetico, il nucleare ad esempio, la beffa di queste scelte è che nel frattempo i nostri vicini di casa continuano a produrre energia nucleare a ce la vendono ogni santo giorno. Tutto molto paradossale. In futuro ci venderanno anche il gas estratto qualche metro più in la nell’Adriatico? Chissà se poi allora qualcuno si lamenterà quando il buon Putin ci terrà in scacco per venderci il suo gas. Non sono lontani i ricordi dell’inverno 2008/09, quando con un inverno un po’ più rigido del solito ci furono non pochi problemi per gli approvvigionamento energetici.

Poi possiamo anche rinunciare a trivellare, ma credo che possano votare sì solo coloro che non fanno uso di materie fossili, non usano l’auto, l’aereo, non si riscaldano con il gas metano ecc. Siamo disposti però a rinunciare a tante comodità? Mi faccio anche tante altre domande e mi chiedo ancora : perché in Italia no, ma in Nigeria, in Libia o in altri paesi lontani da noi (dove chi se ne frega cosa succede)va bene? Sindrome Nimby(non nel mio cortile)?

referendum trivelle 17 aprile 2016 italia voto (11)Molto faziosi anche coloro che invitano ad andare a votare, poiché dicono che sia un diritto e un dovere, invece nel caso di referendum abrogativi anche il non voto è una presa di posizione legittima, poiché sono alcuni alcuni cittadini che chiamano in causa altri cittadini ad esprimersi. Dunque chi invita ad andare a votare è ovvio che patteggia per il sì, poiché con il quorum raggiunto e questo sistema referendario è quasi certa la vittoria dell’abrogazione.  Probabilmente andrebbe rivisto l’apparato dei referendum abrogativi.

In questa complessa situazione geopolitica, credo non convenga in qualche modo andarsi a dare la zappa sui piedi, andando per il futuro a limitare le estrazioni di gas naturale utili per la nostra indipendenza energetica. Come in economia, ma anche dal punto di vista culturale, un mix è sempre la soluzione che può essere ottimale con condizioni diverse. Dunque sì rinnovabili, ma anche utilizzando altri tipi di risorse, poiché le rinnovabili sono molto belle, ma sono anche molto costose e anche esse hanno aspetti impattanti sul territorio.

Credo in ultimo che sia sbagliato giocare le partite politiche sulle tasche degli italiani, utilizzando temi tecnici di non sempre facile comprensione, dunque alla luce di quanto sopra io, personalmente, non andrò a votare, soprattutto per un motivo di coerenza, ma anche per rispetto del lavoro silenzioso di centinaia di tecnici che ogni giorno fanno sì che il Paese possa andare avanti.

Riporto il testo del Referendum:

Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

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