“C’e’ una seria possibilita’ che entro i prossimi tre-cinque anni i pazienti affetti da Hiv verranno negativizzati, diventando anche non contagiosi con terapie relativamente leggere“. A dichiararlo è stato il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Luca Pani, durante un convegno sul coinvolgimento dei pazienti nei processi relativi alla ricerca dei farmaci. “Questo e’ molto importante – ha aggiunto Pani – anche perche’ questa infezione sta aumentando del 4% l’anno. In generale – ha concluso – si apriranno nuovi scenari nei prossimi anni per le malattie oncologiche, infettive e neurodegenerative“. “I nuovi farmaci di ultima generazione, come il Dolutegravir appena approvato o la Doravirina attualmente in studio clinico, coniugano una elevata capacita’ di sopprimere la replicazione del virus dell’Hiv, portando alla negativizzazione in tempi brevi, ad una ridotta probabilita’ di selezionare virus resistenti. In altre parole, i virus fanno fatica a mutare per resistere al farmaco“, ha dichiarato all’AGI, Giovanni Maga dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche commentando l’annuncio di Pani.”Per negativizzazione – ha precisato Maga – si intende l’annullamento della carica virale (e quindi del rischio di trasmettere l’infezione) sotto il limite della capacita’ di rilevamento dei test piu’ sensibili (Pcr) che oggi si colloca intorno alle 10-20 copie per ml di sangue. Con le attuali terapie combinate (HAART) si ottiene questo risultato nella maggior parte dei pazienti dopo circa 6 mesi – 1 anno, ma a volte la comparsa di virus resistenti porta ad una ripresa della carica virale, con conseguente necessita’ di cambiare lo schema terapeutico“. “Data l’elevata attivita’ farmacologica – ha sottolineato Maga – e’ possibile somministrare questi farmaci a dosi piu’ basse e quindi con minori effetti collaterali“. Si stanno studiando diverse strade. “Sono allo studio clinico vaccini terapeutici, ovvero vaccini in grado di stimolare la risposta immunitaria – ha spiegato Maga –nei pazienti infetti, consentendo loro di controllare l’infezione in maniera naturale e dando la possibilita’ di assumere meno farmaci. Infine, si stanno sviluppando nuove molecole, come il Cabotegravir, che possono mantenere la loro efficacia a lungo, permettendo somministrazioni una volta ogni 3 settimane invece che una volta al giorno. Molti di questi farmaci sono in fase avanzata di sperimentazione clinica, per cui e’ plausibile che tra pochi anni possano diventare disponibili, rivoluzionando l’attuale terapia anti-HIV“.