SIMG: “Sì alla pubblicazione delle erogazioni di denaro”

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“L’obbligo per le aziende farmaceutiche di pubblicare i trasferimenti di valore nei confronti di singoli medici o Società scientifiche rappresenta, da un punto di vista formale, un passo in avanti verso la trasparenza. Ma non basta. Non è sufficiente rendere noti gli importi di denaro, va indicata anche la ragione dell’erogazione”. Il dott. Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), sottolinea un rischio insito nella norma del codice deontologico di Farmindustria che stabilisce che, entro il 30 giugno 2016, le aziende farmaceutiche pubblichino i trasferimenti di denaro effettuati direttamente o indirettamente con gli operatori sanitari e con le organizzazioni sanitarie.

Esiste la possibilità che invece di eliminare i sospetti questi vengano di fatto alimentati, perché le semplici cifre trasferite non spiegano la ragione del finanziamento e la loro entità non spiega e non rende giustizia dello scopo reale per cui vengono impiegate – spiega il dott. Cricelli -. Questo denaro è utilizzato nella maggior parte dei casi dalle Società scientifiche per adempiere a una legge dello Stato che prevede la formazione continua in medicina, cioè i crediti ECM. Quindi queste risorse sono erogate dagli Sponsor e reimpiegate dalle Società scientifiche a favore di terzi professionisti sanitari, in maniera sussidiaria e addirittura supplendo alla carenza di risorse che dovrebbe erogare lo Stato. Siamo di fronte a una singolare forma di trasferimento di denaro, non a beneficio di un privato, ma in adempimento di una obbligazione che lo Stato ha posto a carico dei medici e che la ‘cosa pubblica’ non è in grado di finanziare. La SIMG quindi ha deciso di pubblicare sul sito della Società scientifica tutti gli importi ricevuti dagli sponsor dando conto e dettaglio degli scopi e delle modalità di utilizzo. Con quelle cifre noi abbiamo erogato formazione per migliaia di medici e promosso la ricerca che lo Stato non è in grado di finanziare”.

“Perché non vi sia alcuna opacità nei rapporti fra medici e sponsor questo percorso dovrebbe essere parallelo – continua il dott. Cricelli -. Anche le aziende farmaceutiche dovrebbe cioè specificare la finalità dell’erogazione”. “Gli stessi principi valgono nel rapporto fra singoli professioni e aziende – conclude il dott. Cricelli -. Il codice stabilisce inoltre che, per rendere pubblica l’identità del singolo operatore, sia necessario il via libera dell’interessato. Invitiamo i medici ad accettare la pubblicazione, perché nulla sia celato in nome di una presunta riservatezza”.

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