Le autorità siriane stanno guardando all’Occidente per trovare l’assistenza necessaria a restaurare l’antica città di Palmira, patrimonio dell’Unesco nella Siria centrale, danneggiata dall’intervento dei miliziani del sedicente Stato islamico (Is) che il maggio scorso ne avevano preso il controllo.
Il Direttore Generale delle Antichità e dei Musei di Damasco, Maamoun Abdulkarim, ha infatti detto alla Dpa di ”sperare che i Paesi occidentali, su tutti la Germania, svolgano un ruolo attivo nel restaurare quello che è stato danneggiato a Palmira’‘.
La scorsa settimana il controllo di Palmira è tornato sotto le autorità siriane. Buone notizie, forse. Secondo Abdulkarim, l’80 per cento delle rovine in superficie è in buono stato. ‘‘Ma non conosciamo ancora lo stato di ciò che è sotterraneo. Dobbiamo sapere se ci sono delle mine. Se ne dovranno occupare scrupolosamente esperti di esplosivo”, ha aggiunto Abdulkarim, affermando che esperti delle antichità del governo di Damasco sono ora a Palmira per valutare i possibili danni.
”Il lavoro di restauro, dov’è possibile, inizierà quanto prima – ha annunciato – Sono felice che alcuni pezzi del Museo di Palmira possano essere restaurati. E’ come se un essere umano avesse il volto ustionato e i chirurgi ci devono lavorare”.
L’Is dopo aver preso il controllo di Palmira nella provincia di Homs nel maggio del 2015, ha distrutto alcuni dei suoi monumenti più famosi, tra cui si annovera il Tempio di Baalshamin costruito oltre duemila anni fa.
Funzionari del governo hanno poi riferito che i miliziani hanno danneggiato anche le infrastrutture di Palmira. Gli “attacchi” dei jihadisti hanno provocato “gravi danni” alle ”infrastrutture a Palmira’‘, ‘Serviranno settimane per ricostruirle’ ha confermato il governatore di Homs Talal al-Barazi alla televisione di Stato.