Sembrerebbe che esistano altri esperimenti che vogliono sfidare l’Italia nella caccia della materia oscura. A breve partiranno degli esperimenti in Corea del Sud, Spagna e Australia. ”Dopo la scoperta del bosone di Higgs, la prossima sfida è capire come è fatta la materia oscura”, ha detto il fisico Antonio Masiero, vicepresidente dell’Infn. I fisici ipotizzano l’esistenza della materia oscura, ma tuttavia la sua natura è ancora un mistero. L’ipotesi più accreditata è che sia fatta di particelle conosciute come Wimp. I segnali sono stati intercettati dai rivelatori di Dama. Ma non tutti sembrano essere d’accordo, infatti ”se è davvero è materia oscura, dovrebbero averla vista anche altri esperimenti” ha osservato su Nature il fisico Thomas Schwetz-Mangold, dell‘Istituto di tecnologia di Karlsruhe.
Allo stesso tempo, i tentativi di trovare punti deboli dell’esperimento Dama sono falliti. ”Non ci sono dubbi sui risultati di Dama – ha sottolineato il vicepresidente dell’Infn – ma la scienza è basata sulla riproducibilità e da anni auspichiamo sia possibile fare un altro test che possa comprovare il risultato di Dama”. Non è semplice ripetere l’esperimento e non è facile ottenere cristalli di ioduro, ma 4 gruppi di ricerca sono pronti a testarli. L‘esperimento Sabre (Sodium-iodide with Active Background Rejection) prevede due rivelatori gemelli, al Gran Sasso e in Australia che dovrebbero essere operativi tra un paio d’anni. Il primo a partire, tra qualche settimana è, invece, l’esperimento Kims costruito a 160 chilometri da Seoul, che prevede un rivelatore simile, Anais, sotto i Pirenei.