Passato il momento della diffidenza e del rifiuto, anche per Bitcoin, il sistema di pagamento digitale decentralizzato e senza intermediario creato nel 2009 da un inventore la cui identità resta avvolta nel mistero, è arrivato quello dell’interesse e dello studio. Anche da parte degli operatori finanziari. “C’è un interesse universale, da parte di tutti gli interlocutori. Ciascuno dal suo punto di osservazione”, spiega Brock Pierce, imprenditore e presidente di Bitcoin Foundation, l’organizzazione non profit che ne promuove la conoscenza e la diffusione. Chiamato a intervenire in uno dei panel del workshop The European House – Ambrosetti, Pierce testimonia di aver riscontrato molta attenzione negli interlocutori italiani. Un’impressione che trova conferma in uno dei sondaggi svolti le sessioni d’incontro, in cui gli ospiti hanno messo la tecnologia al primo posto tra i trend in grado di impattare sul business e la società.
“Da un punto di vista bancario – spiega Pierce a margine del convegno – ho visto dalle conversazioni avute qui che le banche stanno cercando di capire come usare la tecnologia per creare valore. La prima cosa che una banca fa di fronte a una tecnologia rivoluzionaria è analizzarla, per capire quali sono i rischi e le opportunità. Dopo che è passata attraverso questo processo, si forma un’opinione. La maggior parte delle banche in Italia sono ora nella fase in cui stanno cercando case study molto specifici per valutare queste idee, metterle alla prova e assicurarsi che siano reali“. Nel corso della sua ancora breve storia, la rete Bitcoin ha spesso sollevato anche dubbi e controversie. In particolare per quanto riguarda il tema della sicurezza, proprio in virtù della sua indipendenza dal controllo di qualsivoglia ente centrale. Un argomento particolarmente caldo, in tempi di forti preoccupazioni per quanto riguarda il finanziamento al terrorismo.
“Il governo britannico ha pubblicato un report, circa un mese fa, che spiega piuttosto bene che non c’è un rischio terrorismo collegato ai Bitcoin“, sottolinea però Pierce, messo di fronte alla questione. A rendere la criptomoneta uno strumento poco adatto a compiere attività illegali, secondo il presidente della Bitcoin Foundation, è la stessa tecnologia su cui si basa, chimata Blockchain: “Ha un’architettura per cui ogni transazione risiede su un registro pubblico. Se vuoi delinquere, generalmente non è una buona idea creare un registro pubblico di quello fai“. Posto che ogni strumento può essere usato male, è che c’è anche “gente che ha fatto cose cattive coi Bitcoin“, Pierce invita piuttosto a riflettere su quelli che sono i potenziali benefici del sistema. “La questione, in definitiva, è avere un impatto positivo sulla società: ci sono tre miliardi di persone su questo pianeta che non hanno un conto in banca, ci sono tre miliardi di persone che non usano tutti gli strumenti bancari che ci si attende usino o che hanno accesso a servizi limitati. L’idea è che possiamo democratizzare l’intero sistema finanziario, per avere inclusione finanziaria“, argomenta, non senza aver rimarcato che “i servizi finanziari sono importanti come l’acqua potabile. Sono essenziali”.
Una affermazione che supporta chiedendo un piccolo sforzo di fantasia: “Immagina se chiudessero tutti domani, quale sarebbe l’impatto“. Al netto di quello che potrebbe essere visto come un afflato quasi idealistico, Pierce si dice comunque fiducioso del fatto che i Bitcoin – la cui economia risulta ancora circoscritta, ma con un controvalore che viaggia nell’ordine dei miliardi di dollari – possano giocare un ruolo importante nella crescita dei profitti del sistema bancario, per la soddisfazione sia degli operatori che degli utilizzatori. Per farlo, si affida a un paragone storico: quello con l’evoluzione dei sistemi telefonici. “Facevamo le nostre telefonate usano il filo di rame – ricorda -, poi è arrivato il VoIP, come conseguenza di internet, e l’industria delle telecomunicazioni è cresciuta con la tecnologia, trovando il modo di beneficiarne. Il business è diventato più efficiente, la qualità del servizio è migliorata, i costi si sono ridotti e ne abbiamo beneficiato anche noi come consumatori“. Un percorso che, in un certo senso, potrebbe ripetersi anche in ambito finanziario. “E’ quello che succede ora, nel momento in cui le banche guardano i Bitcoin e la tecnologia che li rende possibili“, assicura Pierce.