Terremoto L’Aquila: dopo 7 anni ancora processi, parte l’udienza “Grandi rischi bis”

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Sette anni dopo il sisma che distrusse l’Aquila il 6 aprile 2009, non è stata ancora messa la parola fine alla vicenda giudiziaria che è scaturita dal terremoto. Dopo la condanna a due anni per omicidio colposo e lesioni colpose gravi dell’allora vice capo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis nel processo ‘Grandi rischi‘, l’attenzione si è spostata sul processo ”Grandi rischi bis”, ancora in corso, che vede imputato, con le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni, l’ex capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. Su questo processo pesa però il rischio prescrizione, prevista per ottobre. Il prossimo appuntamento, dopo lo slittamento dell’ultima udienza, è stato fissato al 21 giugno.

E’ stato invece fissata per mercoledì 11 maggio, alle 9, dinanzi alla quarta sezione penale della Corte di Cassazione, l’udienza per il terzo e decisivo grado di giudizio del processo per il crollo della Casa dello studente dell’Aquila. Nell’edificio pubblico di proprietà della Regione Abruzzo e gestito dall’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu) del capoluogo rimasero uccisi la notte del sisma otto giovani. In Appello ai tecnici Pietro Centofanti, Tancredi Rossicone e Bernardino Pace sono stati confermati 4 anni di reclusione, al tecnico dell’Azienda per il diritto allo studio universitario, Pietro Sebastiani, 2 anni e 6 mesi. I primi tre sono i responsabili della ristrutturazione del palazzo avvenuta nel 2000, il quarto aveva la competenza del controllo per conto della proprietà dell’edificio. E’ già approdato invece a definizione il processo relativo al crollo del Convitto nazionale, al cui interno morirono tre studenti mentre altri due rimasero feriti, con la condanna definitiva per l’ex preside Livio Bearzi, che, dopo la decisione della Cassazione, è finito in carcere.

La sua vicenda ha commosso tanti e l’opinione pubblica si è divisa tra innocentisti e colpevolisti. Un mese dopo è stata scarcerato e assegnato provvisoriamente ai servizi sociali. Per Bearzi è stata avanzata anche la richiesta di grazia al Presidente della Repubblica.

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