Terremoto L’Aquila: “la ricostruzione dei paesi del cratere terminerà nel 2024”

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La ricostruzione dei paesi del cratere potrà terminare, se si mantiene questo ritmo, in termini di progetti approvati nel 2022, in termini di cantieri chiusi nel 2024“. A dichiararlo è il responsabile dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere, Paolo Esposito in occasione del settimo anniversario.  Si tratta di opere bellissime di architettura medioevale, che è stato riconfermato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso una vacatio di tre mesi che ha bloccato i pagamenti ed i cantieri. Questi paesi un giorno saranno ricostruiti – aggiunge Esposito – sarà un’opera pubblica di cui l’Italia potrà essere orgogliosa davanti al mondo. Saranno paesi ricostruiti con rigorosi criteri di sicurezza sismica, con un patrimonio storico e architettonico restaurato e riqualificato, più belli e funzionali, anche se questo ovviamente dipende anche dalla capacità progettuale dei professionisti e dalle scelte delle singole amministrazioni comunali. Sono però convinto che la politica con gli strumenti a disposizione e azioni efficaci per stimolo delle attività economiche e sociali può dare un futuro a questi paesi“.

A sette anni dal terremoto, la ricostruzione è ancora molto lenta. Nei comuni fuori dal cratere sono state riparate solo 1.165 abitazioni su 3.800. Tenuto conto del lavoro che svolgo – spiega Esposito – non posso che essere ottimista, ed è per questo che spingo i sindaci a moltiplicare gli sforzi, a fare presto, perché in effetti quello che va contrastato è proprio il rischio dello spopolamento“. Esposito aggiunge “che è molto utile avere una proiezione realistica della durata presunta del processo di ricostruzione e un monitoraggio costante dell’andamento dei lavori e del flusso economico. Ad esempio se analizziamo i grafici si può notare che da 2013 si è avuta un’impennata del valore contributi concessi dal 2009 ad oggi. Prima il ritmo di concessione dei contributi era di 11 milioni di euro al mese in media, oggi siamo sui 33 milioni al mese. Il che significa che la macchina comincia a girare a pieno regime, che stiamo andando nella giusta direzione“.

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