E’ partita da una delle più prestigiose vetrine mondiali come il Vinitaly la candidatura delle Colline del Prosecco, territorio dove si coniugano ambiente e viticoltura di qualità, nel cuore della provincia di Treviso, a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Il ”via” alla corsa verso il riconoscimento internazionale è stato dato dal Presidente della Regione del Veneto, affiancato dal Presidente del Consorzio del Prosecco Docg di Conegliano-Valdobbiadene Innocente Nardi e dell’Advisor del Progetto dottor Ottavio Di Bella nel corso di una Conferenza stampa che ha animato la giornata di oggi della rassegna del cinquantenario in corso a Verona. Erano presenti, tra gli altri, il Vice Presidente della Giunta regionale Gianluca Forcolin e gli Assessori all’agricoltura Giuseppe Pan, al turismo Federico Caner, alla cultura Cristiano Corazzari, e al sociale Manuela Lanzarin; numerosi Sindaci dei Comuni dell’area facenti parte dell’Intesa Programmatica, Consiglieri regionali, rappresentanti della Provincia e della Camera di Commercio di Treviso.
‘Il dossier tecnico è chiuso – ha annunciato con soddisfazione il Governatore – con la partita Unesco andiamo a competere al massimo livello mondiale convinti di poter vincere, perché proponiamo un sito unico al mondo e valorizziamo non solo la sua straordinaria qualità produttiva vitivinicola, ma anche un ambiente di pregio trattato come tale dai viticoltori, e una storia che risale a decenni e decenni addietro, quando gli agricoltori che io chiamo ‘eroici’, con le sole mani e le zappe, si spezzarono la schiena e riuscirono a sostituire i rovi e le sterpaglie che c’erano con meravigliose vigne“. “Il riconoscimento Unesco – ha tenuto a sottolineare il Presidente del Veneto – è un marchio che non porta vincoli, ma valorizza un sito in tutto il mondo. E’ il massimo al quale si può ambire, e non porterà benefici solo alle Colline del Prosecco ma a tutta l’enologia del Veneto. Proprio ieri – ha concluso il Governatore – ne ho parlato al Ministro Martina, che mi ha assicurato l’appoggio del Governo e una sua visita ai luoghi coinvolti dalla candidatura”.
Il Prosecco, citato per la prima volta in un documento scritto nel 1754, è divenuto il prodotto distintivo di quest’area collinare, sintesi di una originale combinazione tra pratica agraria tradizionale e ricerca scientifica applicata, ed è oggi il vino italiano più esportato. ”Oggi – ha detto con orgoglio il Presidente del Consorzio Innocente Nardi – il Prosecco viene esportato in più di 100 Nazioni ed è il risultato di un’imprenditorialità progredita e diffusa, abbinata ad una vera e propria cultura del territorio. Non siamo né saremo mai un museo, ma un sito dove si fa viticoltura di qualità abbinata alla bellezza del territorio e alle sue peculiarità”.