Sul disastro aereo Egyptair non ci sono piu’ certezze su uno dei pochi punti che sembravano accertati finora: le brusche virate dell’Airbus 320 segnalate nel dettaglio dalla Grecia e che ora l’Egitto smentisce. Ma in attesa che vengano localizzate le fondamentali scatole nere, indicazioni sulle cause potrebbero venire dagli esami autoptici in corso sui resti umani recuperati. “L’aereo e’ apparso ad un’altezza di 37 mila piedi all’interno dello spazio aereo (greco, ndr) senza alcuna deviazione, poi e’ scomparso dagli schermi dei radar dopo meno di un minuto”, ha dichiarato Ehab Mohieldin, l’amministratore delegato del Nansc, l’Ente nazionale egiziano di servizi per la navigazione aerea. Anche se non lo ha esplicitato, la dichiarazione e’ in aperto contrasto con quella resa gia’ giovedi’, poche ore dopo il disastro che ha causato 66 vittime, dal ministro della Difesa greco Panos Kammenos: “immediatamente dopo essere entrato nella Fir”, la “flight information region” del Cairo, “ha compiuto brusche virate e una discesa che descrivo cosi’: 90 gradi a sinistra e poi 360 gradi a destra”.
Kammenos aveva anche parlato di un violenta perdita di quota del velivolo di 6.700 metri (“da 37.000 a 15.000 piedi”) di cui il responsabile egiziano non parla. In attesa di un chiarimento, una speranza di avere indicazioni si profila da un altro fronte: quello del macabro esame degli irriconoscibili brandelli di corpi restituiti dal mare. Secondo una fonte della medicina legale citata da vari media egiziani, i resti umani finora ripescati sono “estremamente piccoli” e sara’ necessario l’esame del dna per compiere le identificazioni (parenti delle vittime sono arrivati all’obitorio per i prelievi).
La fonte pero’ ha sostenuto che i resti ripescati circa 290 chilometri al largo di Alessandria “sicuramente” forniranno elementi utili per risalire all’origine del disastro, ad esempio stabilendo se le morti sono avvenute per un’esplosione o un impatto. Il lavoro degli anatomopatologi complicato da un’eventualita’: che i corpi siano stati ridotti in brandelli da squali, ha lasciato intendere la fonte. Alla caccia alle scatole nere condotta con un sottomarino-robot egiziano in grado di operare a 3.000 metri di profondita’, quella del fondale in cui si sta cercando il relitto, si e’ unito nelle ultime ore il ricognitore francese “Jacoubet” dotato di un sonar capace di individuare segnali di registratori di volo sommersi. Una pista ‘fredda’ appare invece quella di un atterraggio di emergenza cui l’Airbus fu costretto nel 2013 per il surriscaldamento di un motore di cui parla un rapporto di un ente affiliato al ministero dell’Aviazione civile egiziano. Un esperto sentito dall’agenzia Ap ha definito improbabile che un nuovo guasto di questo tipo possa aver prodotto un disastro. Anche se da quanto trasmesso dalla Cnn due giorni or sono non si e’ notato alcun allarme ma solo scambi di informazioni tecniche, la magistratura egiziana ha reso noto di aver chiesto comunque alla Grecia la registrazione delle conversazioni intercorse fra il pilota del volo Egyptair precipitato giovedi’ e una torre di controllo ellenica. Adombrando interesse per la pista terroristica, la Procura generale ha chiesto alla Francia eventuali video che ritraggano l’aereo mentre stazionava all’aeroporto parigino di Roissy Charles-de-Gaulle prima del decollo.