Le capsule del tempo sono un’usanza tutta anglosassone nata per provare una seconda volta le emozioni. Si prendono gli oggetti di quel momento, da una fotografia a un testo scritto o a un biglietto di un concerto, e si chiudono nel contenitore che viene sotterrato e solo dopo decenni viene dissepolto. Qualcuno, oggi, ha pensato di offrire le stesse emozioni utilizzando la potenza della tecnologia. E’ nato così il progetto Friis che, a un anno dalla sua ideazione, vede finalmente la luce. Tutto italiano e autofinanziato, funziona esattamente come una capsula del tempo fisica: si scelgono i ricordi digitali, fotografie, documenti, filmati, brani musicali, si mettono da parte con una app o attraverso il web, si sceglie uno o più destinatari e si aspettano cinque, dieci, anche cinquant’anni. E poi, semplicemente, si rivive il momento. Friis, il cui nome ricorda la parola freezer, congela on line un determinato numero di oggetti che variano in base al tipo di servizio che si è scelto. C’è quello gratuito e via via quelli con un prezzo sempre maggiore: il più costoso con 15 euro permette di avere 7 giorni di tempo per preparare il tutto e fino a 50 anni nel futuro prima di vedere il contenuto. Un progetto che nasce per caso, racconta uno degli ideatori all’Adnkronos, Enrico Maria Tricarico: “Pulivo con mia madre il sottotetto della casa dei miei nonni e tra tante cianfrusaglie abbiamo trovato una scatola di biscotti in latta, nella quale c’erano oggetti tenuti in maniera molto attenta: foto, monete, un biglietto di un trenino montagna, delle mostrine militari. Non abbiamo capito perché erano stati messi da parte“. E così, racconta ancora, “parlando con i miei amici, raccontando la delusione di non poter sapere perché erano stati messi nella scatola quegli oggetti, è nata l’idea di Friis, per scommessa“. Scommessa sì, ma anche “concetto affascinante, perché facciamo in modo che chiunque possa lasciare un ricordo ad altre persone, in digitale, con del materiale selezionato, facendolo riavere dopo anni senza lasciare gli oggetti in luogo fisico“. E così, “più il tempo passa più sarà emozionante scoprire cosa c’è nella capsula e far tornare la memoria a quel momento“, continua Tricarico.
Il funzionamento di Friis è semplice quanto quello delle capsule del tempo fisiche. Si può iniziare, ad esempio, a mettere da parte un ricordo tramite l’app sullo smartphone, scattando una fotografia o registrando un filmato. L’immagine o il video saranno memorizzati e si potrà tornare a lavorare alla capsula in un secondo momento, non solo con il cellulare ma anche via web. Si potrà continuare inserendo tutto quello che è digitalizzabile: foto, video, audio, testo. Poi si sceglieranno i destinatari e solo loro potranno aprirla alla scadenza decisa, che può andare dai 5 ai 50 anni. C’è anche la possibilità di creare una capsula del tempo di gruppo, per eventi come matrimoni o battesimi, dove i ricordi condivisibili sono di più persone. In questo caso potranno partecipare al riempimento fino a cinquanta persone. Qualunque cosa si decida di inserire, è bene ricordare due cose: il proprietario della capsula è l’unico che può deciderne il futuro. Può chiedere di distruggerla, ma non potrà riavere indietro il contenuto. Mentre i destinatari non hanno ‘potere’ sulla capsula, se non quello di chiedere di non essere resi partecipi dell’apertura. Inoltre, non si correrà il rischio che un determinato formato non sia più compatibile tra venti, trenta o cinquant’anni, perché i tecnici di Friis al momento dell’apertura si preoccuperanno di fornire i software necessari per visualizzare il contenuto della capsula. Come per qualsiasi cosa che oggi viaggia su internet o sia in formato elettronico, la prima domanda che viene spontanea è “ma i dati sono al sicuro?”.
Poiché si parla di informazioni più che sensibili, Friis si è affidata al “meglio che c’è al momento. Abbiamo scelto – spiega Tricarico – i server di Amazon, gli stessi che per intenderci utilizzano la Nasa o Dropbox“. E non è tutto, continua l’ideatore del progetto, perché non solo “i file vengono criptati con una tecnologia prossima a quella militare“, ma una copia viene effettuata su un supporto fisico, scollegato dalla rete “che viene custodito in caveau di una banca, oltre a essere assicurato“. “Sono dati importanti, del resto. I ricordi – dice Tricarico – hanno un valore e noi facciamo di tutto per evitare che vadano persi“. Insomma, difficile perdere le informazioni. C’è anche un di più, perché Friis farà in modo di ‘inseguire’ proprietario e destinatari della capsula, per essere sicuri che tutto procederà per il verso giusto: basterà tenere aggiornata dal sito del progetto la propria email e ogni anno ci sarà una comunicazione ricorrente che terrà in contatto l’utente con il progetto. Friis da oggi prende il via dall’Italia. Sarà poi la volta della ricerca di finanziatori esterni “rigorosamente italiani” per il lancio internazionale. “Abbiamo testato l’interesse con gli utenti tedeschi, hanno accolto la cosa con calore“, dice Tricarico. “Quello che abbiamo creato è un’innovazione assoluta a livello mondiale, siamo i primi ad averlo fatto“.