Dopo 25 anni, uno dei buchi neri più vicini alla Terra si è risvegliato sprigionando nel disco di gas che lo circonda un vento che soffia alla velocità di 3.000 km al secondo. I ricercatori dell‘Istituto di Astrofisica delle Canarie (Iac), che lo hanno descritto sulla rivista Nature, lo considerano fondamentale per calcolare la quantità di materia che viene espulsa da un buco nero. Per i due principali autori della ricerca Teo Munoz Darias e Jorge Casares, entrambi dello Iac, “lo studio di questo fenomeno ci permetterà di capire come i buchi neri divorano la materia“. La nube è stata osservata grazie al Gran Telescopio Canarias (Gtc), dell’Osservatorio internazionale del Roque de los Muchachos Observatory nelle Canarie, a La Palma. Il buco nero si trova nella costellazione del Cigno, dalla quale prende il nome ed è distante otto anni luce dalla Terra. Il disco di materia che lo circonda ed il vento che lo attraversa è così forte da trascinare via i gas così in fretta da strapparli all’attrazione gravitazionale.