Mistero tra le stelle dello Scorpione: stretta tra Bilancia e Sagittario, questa costellazione è una delle più brillanti del cielo, e pur non essendo molto estesa comprende diversi ammassi stellari. Come M4, ammasso globulare poco concentrato ma luminosissimo, e ora culla di un nuovo enigma astronomico.
Secondo uno studio coordinato dalla Monash University in Australia, un grande gruppo di stelle all’interno di M4 starebbe andando incontro a una morte prematura: fenomeno che metterebbe in crisi la teoria dell’evoluzione stellare comunemente accettata. La scoperta, pubblicata su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, è stata fatta grazie allo spettrografo ad alta definizione HERMES dell’Australian Astronomical Observatory.
I ricercatori – spiega l’ASI – hanno lavorato sulla composizione chimica delle stelle di M4, a partire dalla loro luminosità. I risultati sono stati sorprendenti: circa metà delle stelle analizzate hanno letteralmente saltato una fase stellare, quella delle giganti rosse, diventando direttamente nane bianche. Questo significa un avvicinamento prematuro alla morte stellare. E non si tratta di un anticipo irrilevante: le stelle di M4 sono invecchiate milioni di anni prima del tempo, raggiungendo il loro ultimo stadio di vita con una rapidità mai osservata prima in alcun ciclo stellare. Ancora più inspiegabile è che questo fenomeno stia avvenendo in una zona del cielo relativamente vicina a noi, e in un ammasso stellare ben noto agli astronomi. M4, scoperto per la prima volta da Jean-Philippe Loys de Chéseaux nel 1746, è stato infatti molto studiato fino a oggi perché è uno degli ammassi globulari più vicini e luminosi. Ma questo invecchiamento precoce delle sue stelle non era mai stato osservato prima.
“Gli ammassi globulari – commenta John Lattanzio della Monash University e co-autore dello studio – sono tra i più vecchi oggetti dell’Universo. Nonostante abbiamo alcune idee su cosa avvenga al loro interno, ogni volta che guardiamo attentamente troviamo qualcosa di inaspettato. Questo è affascinante e frustrante al tempo stesso”. Frustrante, perché se questi risultati fossero confermati metterebbero in seria discussione il concetto stesso di evoluzione stellare: tra i modelli sviluppati fino a oggi, non ce n’è neppure uno che prevede la morte prematura di giovani stelle. Ecco che si apre una possibile nuova, affascinante linea di ricerca, per trovare una collocazione teorica a questi dati sperimentali. “Le simulazioni al computer sono in disaccordo con le nostre osservazioni – dice Lattanzio – e quindi serviranno nuovi modelli per capire meglio che cosa sta succedendo nel cuore di queste stelle”.