Chirurgia vertebrale: interventi sempre meno invasivi e più efficaci

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Le patologie del rachide sono in aumento tra la popolazione anche per effetto degli stili di vita che ne agevolano la diffusione. Al 39esimo congresso della Società Italiana di Chirurgia Vertebrale & Gruppo Italiano Scoliosi (Sicv & Gis) al palazzo dei congressi a Firenze da giovedì 5 a sabato 7 maggio si fa il punto sullo stato dell’arte in chirurgia vertebrale, dedicando particolare attenzione al ruolo della ricerca e delle tecnologie avanzate e annunciando nuove collaborazioni tra i chirurghi e i bioingegneri dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. In Italia, l’innovazione tecnologica in chirurgia vertebrale presenta una diffusione a macchia di leopardo, la Toscana invece è in prima linea nella ricerca e nell’utilizzo clinico di tecnologie avanzate e intende consolidare questo ruolo guida. E’ Paolo Dario, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, pioniere della robotica medica ad annunciare le prospettive che si aprono dalla collaborazione tra chirurgia vertebrale e chirurgia robotica nella lectio magistralis di sabato 7 maggio alle 9.40, al termine di un congresso che, per la prima volta, ha due presidenti: uno di formazione neurochirurgica (Giancarlo Guizzardi) e l’altro di formazione ortopedica (Giuseppe Calvosa). La presidenza onoraria è affidata ad Alessandro Faldini, uno dei soci fondatori e promotori della società scientifica, nel 1977 a Pisa. Il congresso di Firenze prevede in apertura la tavola rotonda dedicata a problemi di carattere medico legale, con la partecipazione dell’assessore regionale toscano alla sanità Stefania Saccardi, il cui intervento è previsto giovedì 5 maggio, alle ore 17.50. Sempre giovedì 5 maggio è prevista la discussione di casi clinici con importanti chirurghi spinali europei. ”Le aspettative della chirurgia spinale – spiega Giuseppe Calvosa, direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia degli Spedali Riuniti Santa Maria Maddalena di Volterra, che collabora con i bioingegneri della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – sono maggiori per la richiesta dei pazienti e per la scarsa attenzione di noi chirurghi nel presentare l’intervento senza far nascere aspettative eccessive nei risultati. Oggi i moderni approcci alla chirurgia vertebrale prevedono un bisogno sempre maggiore di mininvasività, con interventi minimali o addirittura percutanei, e risulta complesso ottenere risultati ottimali e duraturi”. Per l’utilizzo di tecnologie avanzate, come la navigazione assistita dal computer, Giuseppe Calvosa sottolinea come ‘‘la neuronavigazione vertebrale ha una indicazione elettiva per i casi più difficili, a partire da deformità congenite come la scoliosi, per i traumi vertebrali e del distretto dorsale, oltre che per i tumori. Ne ho potuto constatare l’assoluta validità in termini di stabilizzazione e decompressione neurologica nei reinterventi, in cui le alterazioni dell’anatomia e le grandi aree di cicatrizzazione e di artrodesi (azione chirurgica per trasformare un’articolazione da mobile a fissa) sono smascherate con facilità da questa nuova tecnologia e, di conseguenza, sono gestite con più facilità”.

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