La siccità, aggravata dai cambiamenti climatici, potrebbe costare fino al 6% del PIL di alcuni Paesi, stimolando migrazioni e innescando nuovi conflitti: ciò secondo un nuovo rapporto della Banca Mondiale. Nel documento si sottolinea come gli effetti combinati di popolazioni in crescita, aumento dei redditi e città in espansione vedrà la domanda di acqua crescere in modo esponenziale, mentre l’offerta diventerà più irregolare e incerta.
“La scarsità d’acqua è una grave minaccia per la crescita economica e la stabilità in tutto il mondo, e il cambiamento climatico sta facendo peggiorare il problema“, ha spiegato il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim. “Se i Paesi non agiranno per gestire al meglio le risorse idriche, la nostra analisi mostra che alcune regioni con grandi popolazioni potrebbero essere colpite da lunghi periodi di crescita economica negativa. Ma i paesi possono adottare fin d’ora politiche che aiuteranno a gestire l’acqua in modo sostenibile per i prossimi anni“.
Gli impatti negativi del cambiamento climatico sulle acque potrebbero essere neutralizzati con misure migliori, rileva il rapporto, con alcune regioni che potrebbero migliorare i loro tassi di crescita con una migliore gestione delle risorse idriche. L’autore del rapporto, l’economista della Banca Mondiale Richard Damania osserva che quando i governi rispondono alla siccità aumentando l’efficienza e utilizzando l’acqua almeno al 25% per utilizzi essenziali, le perdite diminuiscono drasticamente e per alcune regioni possono anche svanire.