La Valle dei Re deserta, le Piramidi orfane di turisti, il Nilo solcato sono alcuni dei luoghi colpiti dalla crisi del turismo egiziano. Oggi l’ennesimo colpo con il disastro aereo dell’Egyptair ma l’emorragia di turisti iniziata con le rivoluzioni politiche del 2011 e 2013 continua inarrestabile ormai da mesi. “Anche se i dettagli dell’incidente sono ancora da confermare – dice Kinda Chebib, Senior Analyst di Euromonitor International – la serie di eventi terroristici che colpiscono l’Egitto dal 2015 solleva ulteriori preoccupazioni per la sicurezza negli aeroporti del Paese ed e’ molto probabile che scoraggi ulteriormente i turisti ad andare in questa parte del mondo. Se analizziamo le prestazioni turistiche prima dei disordini politici nel 2011 e i ripetuti attacchi terroristici, gli arrivi dai mercati chiave sono crollati nel 2011 e hanno iniziato gradualmente a recuperare fino al 2015 ma mai sono riusciti a raggiungere le prestazioni iniziali. Anche se l’Egitto e’ noto per rialzarsi rapidamente dalle diverse crisi che lo hanno colpito, riteniamo che i recenti avvenimenti rallenteranno le ambizioni del governo egiziano di raggiungere i 20 milioni di arrivi di turisti stranieri entro il 2020“.
Secondo Luca Battifora, presidente di Astoi Confindustria Viaggi che associa oltre il 90% dei tour operator, l’Egitto sta vivendo un momento di “grande crisi della domanda” (con cali dell’80% su Sharm e Nilo dal 2015) anche a causa della normale reazione emotiva dei viaggiatori, ma al momento “nessun pericolo oggettivo e’ segnalato nella zona del Mar Rosso“. “Tutte le nostre aziende e i tour operator storici – sottolinea – sono in costante contatto con la Farnesina, ed e’ questo l’ente preposto a stabilire se ci possono essere elementi di rischio per i nostri connazionali. Come ha detto un esponente del settore durante un’intervista, sono di piu’ le persone che hanno perso la vita sulle piste da sci quest’inverno in Italia che negli ultimi 15 anni in Egitto. Il fattore emotivo e’ comprensibile, pero’ dobbiamo anche ricordare che c’e’ un’oggettivita’ che non possiamo disconoscere“. I segnali piu’ incoraggianti, secondo Astoi, si registrano nella zona di Marsa Alam, dove “un po’ di domanda si mantiene” e si spera possa esserci una crescita a luglio e agosto.
“Una parte della programmazione resta quindi operativa – conclude – e speriamo che ci siano i presupposti per poter ripartire in maniera piu’ strutturata nel 2017“.