“Il fermo delle attività della concessione Val d’Agri è non solo una ferita per un impianto considerato di eccellenza a livello internazionale ma un duro colpo per l’ampio mondo dell’indotto e le migliaia di lavoratori coinvolti“. Così l’Associazione Mineraria Italiana per l’industria mineraria e petrolifera in merito alla sospensione delle attività estrattive in Val D’Agri in seguito all’inchiesta della procura di Potenza sulle attività di produzione di idrocarburi. Tra i soli membri di ASSOMINERARIA si contano circa 50 aziende (su 150 in totale) nazionali e internazionali diversamente impegnate nell’attività. “Una fitta rete di imprese che operano all’unisono, – sostiene ASSOMINERARIA – connesse l’una alle altre in un sistema industriale articolato, oggetto di controlli puntuali da parte di numerose autorità, compresa la specifica Polizia Mineraria“.
“Peculiari anche l’attenzione e il rispetto dell’ambiente che caratterizzano l’attività upstream. Come riportato e certificato nel Rapporto Ambientale 2015 dell’Attività Oil & Gas, la re-iniezione delle acque di strato è considerata la migliore pratica di rispetto ambientale, e anche su questo fronte l’industria italiana si colloca ai massimi livelli della media europea” si spiega nella nota. “Le attività di estrazione di idrocarburi dai giacimenti della Basilicata sono uno dei pilastri del sistema energetico italiano, – continua ASSOMINERARIA – che a sua volta è la colonna vertebrale del sistema industriale del Paese. Proprio per questo il blocco di singole operazioni, oltre ai danni legati ai lavoratori, potrebbe portare a problemi funzionali per l’intero ciclo di approvvigionamento dell’Energia“.
“Un approfondimento tecnico di questi argomenti – conclude ASSOMINERARIA – è indispensabile per avviare una discussione equilibrata, utile a tutelare la nostra economia e con essa i lavoratori e le famiglie della Val D’Agri che stanno vivendo una profonda incertezza sul loro futuro“.