Lungo i corsi d’acqua italiana sono molto diffuse le nutrie, conosciute anche come castorini (Myocastor coypus). Sono un esempio di “specie aliena”. Originarie delle regioni meridionali del Sud America, furono importate in Europa come animali da pelliccia. Una volta passata la moda furono però liberate nell’ambiente dove si sono riprodotte raggiungendo numeri davvero importanti.
Sono roditori, si cibano di piante presenti lungo i fossi e le rive dei corsi d’acqua e di piante acquatiche che brucano immergendosi anche per diversi minuti. Sono animali ben adattati alla vita anfibia con zampe posteriori palmate, che consentono loro di nuotare velocemente. Il pelo fitto e “idrofobo”, cioè impermeabile all’acqua, le isola termicamente permettendole di restare a lungo in acqua.
Come altre specie “aliene”, cioè non originarie dei nostri ambienti, sono diventate una minaccia per la flora e la fauna locale perché disturbano la nidificazione degli uccelli acquatici, riducono drasticamente le piante acquatiche, danneggiano le colture (soprattutto quelle di riso). Sugli argini dei fiumi scavano le loro tane con ingresso subacqueo e con le loro gallerie rendono instabili gli argini, provocandone il crollo. Inoltre possono danneggiare le dighe ed i sistemi d’irrigazione. Sono state incluse tra le cento specie più dannose del mondo.
Si trovano in abbondanza anche nelle città italiane, in particolar modo lungo gli argini dei fiumi. A Roma hanno colonizzato gli argini del Tevere e dell’Aniene. Si possono vedere frequentemente nei fiumi romani, anche se vengono spesso scambiate per ratti. In alcune situazioni sono state tentate campagne di eradicazione, che hanno però avuto scarsi risultati.