L’astronauta Paolo Nespoli spiega la sua prossima missione alla Jaxa

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Roppongi Hills, in pieno centro a Tokyo, di fronte a una platea di oltre 150 persone, l’astronauta italiano Paolo Nespoli spiega cosa significhi il suo lavoro, anticipando la preparazione alla sua terza missione nello spazio tra meno di un anno. L’evento è stato organizzato dall’Ambasciata italiana in Giappone, dove Nespoli sarà fino al prossimo giovedì allo Tsukuba Space Center della Jaxa, il centro dell’agenzia spaziale giapponese, per acquisire per il livello massimo di ‘specialista’, la persona che interviene in caso ci sia qualche emergenza coi sistemi di bordo.

L’agenzia spaziale giapponese fa parte della stazione spaziale internazionale insieme all’Agenzia spaziale europea, l’Italia, l’America, la Russia e il Canada. La missione Expedition 53 alla quale prenderà parte Nespoli partirà dal Kazakhstan con una navicella russa nel maggio 2017, e resterà nello spazio almeno fino a novembre. Nespoli, che è il responsabile del modulo giapponese, è la persona con più esperienza da parte americana, ovvero colui che interviene, in caso dovesse succedere qualcosa al modulo. “Questi partner gestiscono quella che e’ la stazione spaziale internazionale – ha spiegato Nespoli all’ANSA -, sostanzialmente una casa laboratorio che gira nello spazio sopra la terra e che permette per via di una serie di condizioni speciali che si trovano solo li’ di fare tutta una serie di attivita’ di ricerca tecnologica e scientifica, che sulla terra non si possono fare“.

Nel periodo di circa 6 mesi – ha detto l’astronauta italiano – si lavora per mantenere la stazione e fare degli esperimenti. Di solito ci sono 3 astronauti russi e 3 americani, e noi come italiani rappresentiamo la parte americana. L’anno prossimo ci saranno 3 russi, due americani alla prima missione e io. E siccome ci deve essere un responsabile a bordo per ognuno dei moduli hanno deciso che io saro’ il responsabile del modulo giapponese“.

Sarà il collega nipponico Norishige Kanai a dare il cambio all’equipaggio di Nespoli nel novembre 2017. “L’Italia – ha spiegato ancora Nespoli – fa riferimento all’equipaggio americano perche’ questa e’ un’opzione di volo che e’ stata negoziata direttamente dal nostro paese sulla base di scambi di materiali. In cambio dei moduli gli americani ci hanno concesso voli, posti e tempo per gli esperimenti“.

La prima missione di Nespoli risale al 2007 a bordo dello Space Shuttle STS -120, per il progetto Esperia, ed è durata due settimane. Nel 2010 la missione più lunga a bordo del Soyuz TMA-20: 157 giorni trascorsi nello spazio per il progetto MagISStra dell’Ente spaziale Europeo. In quell’occasione l’astronauta italiano diffuse tramite Twitter le foto della Terra scattate a 4.000 km di distanza, viaggiando ad una velocità di 28.000 km orari.

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