entro il 2050 secondo gli obiettivi prefissati dall’Unione europea. E’ l’obiettivo principale del disegno di legge approvato oggi alla Camera, che ora sara’ sottoposto al giudizio di Palazzo Madama. Il disegno di legge valorizza i principi del riuso e della rigenerazione urbana. Quattro i ministeri coinvolti: Ambiente, Beni Culturali, Politiche Agricole e Infrastrutture. Il dicastero di via XX Settembre, di concerto con gli altri tre, avra’ il compito di indicare, con decreto, la riduzione progressiva vincolante di consumo del suolo a livello nazionale.
Le Regioni dovranno dettare, a loro volta, le disposizioni per incentivare i Comuni a promuovere il recupero degli immobili dismessi. I Comuni dovranno invece segnalare annualmente al prefetto le proprieta’ sfitte, e preparare disposizioni per promuovere strategie che favoriscano la rigenerazione urbana e il rinnovo edilizio. Il censimento degli edifici e delle aree dismesse costituira’ per i Comuni un presupposto necessario e vincolante per l’eventuale pianificazione di nuovo consumo del suolo. Si migliorera’ la qualita’ energetica e sismica degli edifici grazie alla demolizione e alla ricostruzione all’interno della medesima proprieta’ di un edificio di pari volumetria e superficie utile.
E’ stata poi data ulteriore attenzione alle periferie degradate, prevedendo che i proventi dei titoli abilitativi edilizi siano destinati anche al risanamento di complessi edilizi presenti in queste aree. Dopo l’approvazione, l’iter prevede un periodo transitorio (3 anni) in cui non si potra’ consumare suolo, se non per opere gia’ previste dai piani urbanistici. Solo le infrastutture e gli insediamenti produttivi strategici di preminente interesse nazionale, oltre le opere di interesse statale e regionale, non rientrano nei vincoli della legge.