Medicina: ecco da cosa è minacciata la salute globale

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La salute del pianeta viene “modellata da 3 disastri al rallentatore: il cambiamento climatico, il fallimento crescente degli antibiotici a causa dei” superbug resistenti ai farmaci, “e la crescita delle malattie croniche come primi killer nel mondo“. A lanciare l’allarme è il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margaret CHAN, nel suo intervento all’apertura della 69esima World Health Assembly al via oggi a Ginevra. Un appuntamento sul tema ‘Transforming Our World: The 2030 Agenda for Sustainable Development‘, che riunisce 3.000 delegati dei 194 Stati membri dell’Oms. In questa occasione, gli esperti vareranno le risoluzioni formali che guideranno il lavoro dell’organizzazione nei prossimi anni, e fisseranno le priorità di salute e le politiche sanitarie per uno sviluppo sostenibile dell’intero pianeta.

Ebbene, lo stravolgimento climatico, i superbug resistenti ai farmaci e le malattie coniche “non sono disastri naturali, ma fatti dall’uomo. Creati – ammonisce CHAN – da politiche che mettono gli interessi economici al di sopra delle preoccupazioni per il benessere dell’uomo e per quello del pianeta“. Ma “il mondo gira in questo modo“, ricorda con amarezza: “I farmaci per le malattie croniche sono più interessanti economicamente di una breve terapia antibiotica, i cibi molto processati sono più economici e convenienti di frutta e verdura fresca“. Così “siamo sulla soglia di un’era post-antibiotica, in cui comuni malattie infettive torneranno a uccidere“. Una minaccia che non può non essere presa sul serio. CHAN ricorda però anche i progressi fatti in questi anni: “19 mila bimbi in meno muoiono ogni giorno, più di 15 milioni di persone con Hiv ricevono la terapia antiretrovirale, contro i 690 mila del 2000“. Ma nuove minacce sono all’orizzonte: l’inquinamento dell’aria, un killer del calibro dei suberbug, ma anche “la commercializzazione di cibi e bevande non salutari, specie quelli destinate ai bambini, ormai un fenomeno globale“.

CHAN ricorda poi le recenti esperienze con Mers, Ebola, Zika e febbre gialla, e le lezioni apprese. Prima fra tutte, la globalizzazione: nessuna malattia resta a livello locale molto a lungo. “L’agenda per il 2030 punta a evitare i tre disastri” al rallentatore, ma anche molti altri”. Ponendosi obiettivi “ambiziosi, visionari e per alcuni irrealistici. Ma io – sottolinea – non sono d’accordo. Questa visione ispira ottimismo e speranza, ma è anche ancorata alla realtà di un modo che chiede disperatamente di cambiare. L’agenda” dell’Oms “mette le persone lasciate indietro al primo posto“, evidenzia CHAN, ricordando la tragedia dei migranti in Europa, e quella delle persone le cui vite sono minacciate dai conflitti. “Abbiamo vinto su altri fronti“, conclude il Dg Oms, esortando i delegati a lavorare per un futuro diverso. Questa Assemblea può “contare su solide fondamenta per una costruzione di successo“.

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