Combattere le infiammazioni croniche e proteggere il sistema immunitario con le molecole contenute nella frutta e nella verdura. E’ la prospettiva aperta dallo studio dedicato alla possibilità di utilizzare microrna vegetali, una classe di composti naturali presenti nella frutta e verdura, per difendersi dal rischio di malattie come cancro, diabete, artrosi, Alzheimer e patologie neurologiche, autoimmuni, polmonari e cardiovascolari. Lo studio finanziato dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e condotto in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Firenze è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Scientific Reports“.
Il team della Fondazione Mach – guidato da Roberto Viola – , in collaborazione con i ricercatori dei Dipartimenti di Biologia e di Neuroscienze, psicologia, area del farmaco e salute del bambino, coordinati da Duccio Cavalieri e da Clara Ballerini, ha scoperto che i prodotti di origine vegetale come le fragole, le foglie del cavolo e le bucce di mela sono particolarmente ricchi di microrna in grado di proteggere e potenzialmente curare malattie infiammatorie. ”Il meccanismo di azione dei microrna vegetali nei confronti del nostro sistema immunitario – spiega Roberto Viola – è sorprendente ed estremamente specifico. Fornisce una possibile interpretazione dell’efficacia protettiva del consumo quotidiano di frutta e verdura nei confronti delle principali malattie non trasmissibili quali cancro, malattie cardiovascolari, diabete e patologie autoimmuni che hanno una radice comune nell’infiammazione cronica.” Nonostante i microrna vegetali siano assorbiti tramite la dieta, la loro biodisponibilità risulta insufficiente a conferire la protezione del sistema immunitario osservata tramite test in laboratorio.
Tuttavia questa protezione potrà essere presto disponibile grazie allo sviluppo di tecnologie per l’estrazione, purificazione e formulazione di microRNA vegetali. ”Le potenzialità di questa scoperta non si limitano alla prevenzione delle malattie – spiega Duccio Cavalieri – Queste molecole infatti, legandosi ai recettori delle cellule del sistema immunitario, regolano la risposta infiammatoria riducendo l’infiammazione basale. In particolare, i ricercatori hanno testato le molecole su un modello murino di sclerosi multipla dimostrando come esse possano non solo prevenire, ma anche ridurre i sintomi della malattia’‘.