Salvaguardare l’ambiente e tenere sotto controllo il portafoglio, magari scovando oggetti fuori produzione o liberandosi di tutto ciò che non si utilizza più. Il mercato dell’usato, mai come oggi, è tornato a crescere e agli italiani piace sempre di più, anche se forse in tanti ignorano il beneficio ambientale determinato dal vendere/comprare oggetti di seconda mano. Il settore dell’usato (escluso il web) sottrae al mondo dei rifiuti – secondo i dati diffusi dalla Rete Onu, cioè l’Associazione nazionale degli operatori dell’usato – beni per circa 300mila tonnellate all’anno quantificabili in circa 4 o 5 chili per abitante. Inoltre, dà lavoro a circa 100mila persone, generando un giro d’affari pari a 16-18 miliardi di euro, cioè l’1% del Pil. Secondo le ultime elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese, in Italia sono 1518 le imprese attive nel commercio di abiti e libri usati, in crescita rispetto al 2009 rispettivamente del 55,2% e del 6,6%. Il comparto del “nuovo”, invece, è ancora in difficoltà: le imprese attive in Italia nel commercio di articoli di abbigliamento diminuiscono del -11,2% dal 2009 mentre le librerie del -10,8%. In Lombardia c’è il numero più alto di commercianti di abiti usati (220), seguita da Lazio e Piemonte (in entrambe le regioni sono attive 137 imprese nel settore). Il business dei libri di seconda mano è più diffuso nel Lazio (45), in Toscana (37) e in Emilia Romagna (33). Tra gli aumenti più alti in termini percentuali si registra il +166% delle imprese di vestiti in Sardegna e il +33,3% del Veneto delle librerie di seconda mano. La compravendita dell’usato – secondo un’indagine Doxa – coinvolge un italiano su due e avviene, nel 38% dei casi online. Internet, quindi, veicola il 38% del volume d’affari del settore. Il 58% di chi vende lo fa per liberarsi del superfluo e la popolazione under 45 è la più attiva in questo mercato I beni usati più acquistati online appartengono alle categorie elettronica (33%), sport e hobby (31%), veicoli (28%) e casa e persona (26%). Chi compra il second hand continua a farlo anno dopo anno (56%), confermando la propria scelta verso uno stile di vita smart e sostenibile. Ai veicoli la leadership indiscussa del volume d’affari online con 4,2 miliardi di euro, seguiti dal mondo dell’arredamento e degli elettrodomestici (980 milioni). In questo scenario sta crescendo anche il peso di altri settori come la moda, che copre un volume di affari pari a 360 milioni di euro, e l’elettronica, con 340 milioni.