Fino a 9 anni fa era possibile trovare sul mercato anglosassone farmaci da banco contro il raffreddore molto efficaci. Ma con un ‘lato oscuro’: contenevano un principio attivo decongestionante, la pseudoefedrina, che è anche la base per la produzione illegale di una droga pesante, la metanfetamina. Questi prodotti sono stati utilizzati per decenni, ma nel 2005 sono stati posti sotto stretto controllo negli Stati Uniti e poi in Gran Bretagna. Che ora si ritrovano però orfani di alternative valide per trattare i sintomi invernali. Le aziende farmaceutiche – ricorda il ‘New Scientist‘ – hanno risposto alle norme sostituendo il composto ‘da sballo’ con fenilefrina, molto meno efficace.
Ad esempio, il popolare rimedio contro il raffreddore Sudafed – che prende il nome dalla pseudoefedrina – è ora disponibile in due forme: una versione da banco, contenente fenilefrina, e una versione con obbligo di ricetta, a base di pseudoefedrina. Ma i farmacisti ora chiedono che la fenilefrina sia messa al bando, dopo gli studi che hanno dimostrato che prendere una pastiglia di questo medicinale non dà risultati migliori rispetto a un placebo. “La prova è inconfutabile: la fenilefrina non è più efficace del placebo“, afferma Leslie Hendeles dell’Università della Florida.
I dati della Drug Enforcement Administration americana hanno suggerito che c’è stato un calo di produzione illegale di ‘crystal meth’ a seguito delle leggi anti-pseudoefedrina. Tuttavia, questo calo è stato solo di breve durata e potrebbe essere stato anche causato da altri fattori, come la maggiore consapevolezza del problema. Nel Regno Unito, peraltro, la metanfetamina non rappresenta un problema così spaventoso come negli Stati Uniti: solo 240 persone hanno cercato aiuto per problemi di abuso di ‘meth’ l’anno scorso. E nel frattempo – conclude provocatoriamente la rivista – ci potrebbero essere stati milioni di persone con malesseri invernali perfettamente curabili, che inconsapevolmente hanno assunto poco più che un placebo. (AdnKronos)