Emesso il biglietto di andata per OSIRIS-Rex. L’imbarco è previsto per il prossimo 8 settembre. Destinazione: Bennu, un piccolo asteroide errante così antico da nascondere importanti informazioni sulla storia del nostro sistema solare. La missione: mappare in dettaglio la superficie del corpo celeste, prelevare fino a circa 60 grammi di materiale superficiale e riportare il campione collezionato sulla Terra, dove sarà analizzato e studiato.
Il programma di viaggio di OSIRIS-REx, acronimo che Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security-Regolith Explorer prevede una crociera di circa due anni. Nel 2018, raggiunto il suo target, il veicolo si dedicherà alla mappatura approfondita della superficie di Bennu, spiega l’ASI. Saranno prodotti 4 diversi tipi di mappe che insieme comporranno un modello 3D dell’asteroide e serviranno a garantire nel 2020 il successo della fase due della missione: la manovra TAG-SAM, che sta per Touch And Go e Sample Acquisition Mechanism. In altre parole: toccata e fuga, con campionatura.
Individuato il sito del prelievo – un’area ampia circa 50 metri, che sarà scelta dagli scienziati con l’obiettivo di massimizzare il ritorno scientifico minizzando i rischi di impatto per il veicolo – OSIRIS-REx dispiegherà un braccio robotico e si avvicinerà lentamente a Bennu, fino a che l’estremità dello strumento non riuscirà a rubare un ‘bacio fugace‘ alla superficie del corpo celeste. Sarà in quei brevissimi 5 secondi che la sonda dovrà catturare il suo ‘pezzo’ di asteroide e di lì iniziare il viaggio di ritorno verso casa, mentre alla NASA comincerà l’attesa: per aprire la capsula del tempo di OSIRIS-Rex bisognerà infatti pazientare fino al 2023.